Vedere e potere

di di Jean-Louis Comolli |

Il cinema, il documentario e l'innocenza perduta

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Vedere e potere

Donzelli Editore, Roma 2006
Pagine XII-308
ISBN 88-6036-6
Prezzo 24.00

Curato da Alessandra Cottafavi e Fabrizio Grosoli
Nota di Edoardo Bruno

Quello di Jean-Louis Comolli è un percorso intellettuale e artistico forse unico per ecletticità nella storia del cinema. Critico e poi caporedattore dei mitici “Cahiers du cinéma“, cineasta di importanti film storici e “politici”, si è “convertito” alla pratica del documentario negli ultimi vent’anni, realizzando opere rigorose e intense sulla realtà sociale francese e non solo.

Gli scritti raccolti in questo libro, che propongono per la prima volta al lettore italiano il percorso critico di Comolli dal 1988 a oggi, vengono così a costituire un corpus teorico di estremo spessore sulle questioni fondamentali aperte oggi dalla produzione d’immagini.

Al centro della ricerca, vi sono il funzionamento del dispositivo cinematografico, il rapporto tra i linguaggi visivi e l’apparato sociale ed economico dominante, la posizione dello spettatore come punto di vista centrale per rileggere la modernità del cinema. Ma ciò che rende assolutamente originale l’argomentazione dell’autore è che il soggetto di partenza può essere la nuova visione di un classico, le tendenze più estreme della “docu-fiction” o i “reality” Tv, ma alla fine tutto è filtrato dall’esperienza in «presa diretta» sul campo, da una pratica di regista peraltro continuamente messa in discussione.

Soprattutto grazie al confronto con i grandi cineasti che hanno raccolto la sfida e “il rischio del reale” – da Flaherty a Vertov, da Buñuel a Rouch, fino a Kiarostami, Philibert, Wiseman – Comolli arriva a elaborare una vera e propria teoria del cinema dove le contaminazioni tra finzione, documentario e televisione, e il costante confronto con le provocazioni della realtà aprono la via a una forma d’espressione potenzialmente più aperta, democratica e adeguata al racconto del nostro tempo.
(dalla quarta di copertina)

Jean-Louis Comolli è stato caporedattore dei “Cahiers du cinéma” dal 1966 al 1971. Cineasta di fama internazionale, è autore di importanti film di finzione tra i quali “La Cécilia” (1975) e “L’ombre rouge” (1981). Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto al documentario, in Italia ha recentemente realizzato un film dedicato al “Caso Sofri“. Collabora con numerose riviste ed è autore di un “Dizionario del Jazz“. Insegna teoria del cinema nelle università di Parigi, Barcellona e Strasburgo.

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