BIBLIOTECH
Bollati Boringhieri, Torino 2005
Pagine XIII-332
ISBN 8833914690
Prezzo 32.00
Prefazione di Mimmo Franzinelli
Anche nel mondo del cinema, che la voce comune giudicava zona franca, si infiltrarono le spie dell’Ovra e delle altre polizie del regime.
Fuori dalle città virtuali e dagli scenari verosimili che si costruivano nei teatri di posa, c’era la realtà, dove la gente del cinema viveva combattendo spesso battaglie senza esclusione di colpi.
Industriali come Stefano Pittaluga, Giuseppe Barattolo, Riccardo Gualino, Ludovico Toeplitz e altri, al centro di scontri tra cinema pubblico e cinema privato, rischiavano il confino di polizia; scrittori come Roberto Bracco, Sem Benelli, Giacomo De Benedetti, Emilio Cecchi e anche intellettuali vicini al regime, o irrequieti alla Emilio Settimelli, diventavano dei sorvegliati speciali. Artisti, sceneggiatori, giornalisti che scrivevano di cinema, registi come Mario Camerini, Alessandro Blasetti, Mario Soldati – quest’ultimo sospettato persino di complotto per un attentato al duce – erano oggetto delle attenzioni poliziesche.
Le spie misuravano dissensi o deviazioni con il loro metro, dalle accuse di attività contro il regime, a segnalazioni di comportamenti non conformi o censurabili per scrupolo moralistico. Di qui l’attenzione particolare riservata agli amori tempestosi di attrici con gerarchi (Doris Duranti, Assia Noris, Isa Pola) e i pettegolezzi raccolti sugli attori (i fratelli De Filippo, Aldo Fabrizi, Memo Benassi, Emma Gramatica, Elsa Merlini e altri).
(dalla quarta di copertina)
Natalia Marino è giornalista e autrice di documentari cinematografici.
Emanuele Valerio Marino, regista, autore teatrale, soggettista e sceneggiatore, pubblicista, è stato direttore dell’Archivio Storico Fotocinematografico dell’Istituto Luce (1966-90). Recentemente, su commissione di Cinecittà Holding, si è dedicato al restauro di film di grandi autori italiani, come Rossellini, Rosi, Vancini e altri. Con Mimmo Franzinelli ha pubblicato “Il duce proibito: le fotografie di Mussolini che gli italiani non hanno mai visto” (Mondadori, 2003).