BIBLIOTECH
Carocci Editore, Roma 2005
Pagine 240
ISBN 88-430-3266-6
Prezzo 21.50
Prefazione di Gavriel Moses
Sugli schermi: stereotipi, mascheramenti e rimozioni dell’elemento ebraico; oltre gli schermi: il coinvolgimento massiccio di registi, produttori, sceneggiatori ebrei.
Il presente volume si muove all’interno di questo paradosso rintracciando un”‘impronta ebraica” nella creazione dell’industria e dell’immaginario cinematografico americano dall’epoca del muto alla Seconda guerra mondiale. Hollywood, dunque, è vista come “invenzione” di ebrei di origine europea.
Nella prima metà del Novecento furono numerosi gli ebrei giunti dall’Europa che assunsero un ruolo di spicco nel mondo dello spettacolo, diffondendo e incarnando i miti del Nuovo Mondo.
Sono decenni che testimoniano il difficile rapporto con la condizione ebraica in America, ma anche la fertile trasformazione dei mezzi di autorappresentazione di questa minoranza, che fu inscindibile dall’evoluzione dell’estetica cinematografica. Se di uomini come Carl Laemmle, William Fox, Harry Cohn, Louis B. Mayer, Jack e Harry Warner, Adolph Zukor si è parlato in termini di semplice assimilazione, questo lavoro sottolinea come i “pionieri” del cinema – ivi inclusi scrittori, cantanti e attori – attuarono una creativa re-invenzione di s indissolubilmente legata all’elaborazione di una visione mitica dell’America.
La dimensione leggendaria su cui Hollywood fondò il proprio statuto è un effetto delle “negoziazioni” attuate da questi uomini, degli sforzi tesi a ritagliarsi un ruolo speciale e rispettabile nella società statunitense.
(dalla quarta di copertina)
Sara Pesce ha conseguito il dottorato di ricerca in Anglistica all’Università di Firenze. Collabora con il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna. Si è occupata di avanguardie cinematografiche, del rapporto tra letteratura e cinema e delle radici storiche e culturali del cinema americano, su cui ha pubblicato saggi in riviste specializzate nazionali e internazionali.