BIBLIOTECH
Carocci, Roma 2005
Pagine 192
ISBN 88-430-3115-5
Prezzo 19.16
Dalle collezioni di tavolette d’argilla dell’antica Mesopotamia alla biblioteca di Alessandria, dai rotoli della dinastia Qin ai roghi di libri della gioventù hitleriana, dalla grande biblioteca medievale di Baghdad ai preziosi volumi distrutti nella Biblioteca Nazionale di Sarajevo, le biblioteche hanno rappresentato il campo di battaglia di due impulsi tanto forti quanto contraddittori: per un verso, il desiderio di stabilire ed esaltare un canone letterario, di proteggere e venerare le parole più sacre e significative per una determinata cultura; per l’altro, quello di esercitare un controllo su tutte le forme della conoscenza umana.
Attraverso i secoli, infatti, le biblioteche non hanno soltanto accumulato e preservato il sapere, ma gli hanno anche dato forma, lo hanno ispirato e spesso cancellato, rimosso.
Ribaltando lo stereotipo della biblioteca come silenzioso sanctum in cui bibliotecari severi quanto noiosi mantengono un ordine perfetto, Matthew Battles ci conduce in un brillante tour de force attraverso il tempo e lo spazio – dagli scriptoria dell’antichità classica ai monasteri medievali, dal Vaticano alla British Library, dalle sale di lettura della Russia socialista ai CD-ROM dell’era digitale -, un viaggio alla scoperta del mondo caotico e impermanente dei libri, dei luoghi che li ospitano, delle passioni e degli odi che sono stati capaci di suscitare.
(dalla quarta di copertina)
Matthew Battles lavora alla Houghton Library, la principale biblioteca di libri e manoscritti rari dell’Harvard College.