BIBLIOTECH
Net, Parma 2004
Pagine 160
ISBN 88-515-2152-2
Prezzo 7.90
Age, uno dei più amati sceneggiatori italiani, ci racconta con affetto e ironia il suo “mestiere”. Si tratta di un lavoro che spesso sfugge all’attenzione del grande pubblico, ma che è in realtà fondamentale per la buona riuscita e il successo di un film.
Questo libro illumina tutte le fasi della scrittura cinematografica, dal soggetto alla sceneggiatura definitiva, svelandone regole, difficoltà, astuzie ed errori da non commettere.
Age ci insegna a leggere meglio i tanti film che abbiamo visto, scoprendone i meccanismi segreti. L’autore, infatti, smonta sotto i nostri occhi alcune sceneggiature proprie e di altri, ci fa sorridere dei tanti trucchi di cui neppure ci accorgiamo, mentre ci offre gli strumenti per comprendere quanto sia delicata e complessa la costruzione di un testo, e quanti elementi la compongano.
(dalla quarta di copertina)
Agenore Incrocci (Age) ha realizzato, insieme a Furio Scarpelli, alcuni tra i più popolari e rappresentativi capolavori della commedia italiana. Tra questi “Il vedovo allegro” (1949) e “Totò sceicco” (1950) di Mario Mattoli; “La banda degli onesti” (1956) di Camillo Mastrocinque; “Nata di marzo” (1957) di Antonio Pietrangeli; “I soliti ignoti” (1958), “La Grande Guerra” (1959), “Risate di gioia” (1960), “I compagni” (1963) e “L’armata Brancaleone” (1966) di Mario Monicelli; “La marcia su Roma” (1962), “I mostri” (1963), “Il tigre” (1967) ed “In nome del popolo italiano” (1971) di Dino Risi; “C’eravamo tanto amati” (1974) e “La terrazza” (1980) di Ettore Scola, oltre al western “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966) di Sergio Leone.