BIBLIOTECH
Tropea, Milano 2003
Pagine 262
ISBN 8843804553
Prezzo 10.00
“Inferno tv” è la storia di una ‘legge canaglia’. Dopo la Cirami, il falso in bilancio, le rogatorie internazionali, il lodo Schifani, ecco la legge Gasparri. Al grido di “Salvate il soldato Fede”, il governo Berlusconi ha imposto alla sua maggioranza di votare una riforma del sistema radiotelevisivo funzionale solo ai propri interessi. Porta la firma e la faccia del ministro delle Comunicazioni ma, come ha detto Storace, altri l’hanno scritta.
Con lo stile dell’inchiesta giornalistica Carlo Rognoni racconta le origini oscure e l’iter parlamentare del disegno di legge che ha destato tanta preoccupazione nel presidente della Repubblica. Ci spiega come la Gasparri si faccia beffa della sentenza della Corte costituzionale che impone di mandare Rete 4 sul satellite entro la fine del 2003; come sfidi le Autorità indipendenti (Antitrust e Comunicazioni) sottomettendo agli interessi di Arcore lo sviluppo di nuove tecnologie digitali e della multimedialità; come preveda per il servizio pubblico una falsa privatizzazione e un nuovo asservimento ai partiti.
Se dalla famosa discesa in campo nel 1994 il conflitto di interessi è stato al centro del dibattito politico, nelle pagine di “Inferno TV” i timori di metà degli italiani si rivelano fondati: quello cui assistiamo è un vero e proprio attacco alla libera informazione, che cancellerà qualsiasi forma di pluralismo in uno dei settori industriali più strategici del nostro paese; farà pagare al servizio pubblico il prezzo dell’innovazione necessaria alla sopravvivenza di Mediaset. Ma nemmeno il centrosinistra ne esce indenne, le sue responsabilità non vengono taciute. Chiude infatti il volume un memorandum per i primi cento giorni di governo prossimo venturo dell’Ulivo, che vede tra le priorità un intervento sul mercato delle frequenze, la regolamentazione del mercato pubblicitario, i criteri di nomina dei vertici Rai, la grande questione della privatizzazione.
(dalla quarta di copertina)