BIBLIOTECH
Meltemi, Roma 2003
Pagine 240
ISBN 88-8353-237-6
Prezzo 19.25
Oggi si discute molto di “miscommunication”, di comunicazione fallita, che tradisce le intenzioni. Ma le intenzioni di chi? Di chi comunica o di chi viene comunicato? Perché spesso, quando la comunicazione fallisce da una parte, riesce dall’altra.
La riflessione sulla “retorica dei messaggi” ha una lunga storia, che privilegia talvolta chi non vuole farsi capire e talvolta chi non vuole capire. Della “retorica dei mezzi”, soprattutto in un momento in cui questi vanno diversificandosi, ma assimilandosi nella rete digitale, rimane invece molto da interpretare.
Questo libro intende penetrare nell’ambito della “comunicazione alienante” – quella che dice troppo o troppo poco – per cogliere come riesca a escludere ogni implicazione dialettica, a “scomunicare” l’interlocutore, illudendolo di stare comunicando.
In questa prospettiva, anche le cosiddette comunicazioni di massa escono dall’equivoco di una comunicazione peculiare: ogni mezzo di comunicazione può essere ed è stato utilizzato per massificare chi sta dall’altra parte. Non a caso la ricognizione si estende dal mondo classico, tra oralità e scrittura, alle attuali frontiere della realtà virtuale e si conclude ribadendo l’importanza della creazione di un discorso in comune, che si proietta nell’interesse dell’essere insieme.
(dalla quarta di copertina)
Gian Piero Jacobelli nella sua attività professionale ha affrontato da tutti i lati la piramide della comunicazione: come dirigente aziendale, comunicando; come consulente, suggerendo cosa comunicare; come operatore, realizzando importanti iniziative culturali, espositive ed editoriali, tra le quali l’edizione italiana (di cui è direttore responsabile) di «Technology Review», la rivista del mit che comunica l’innovazione. Il quarto lato è quello accademico, in cui la comunicazione contribuisce alla conoscenza e da cui è nato questo libro.