#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 4 novembre 2014
Ai tempi, dieci anni or sono, in cui la tv generalista era quasi tutto, quel tutto, dalle venti e trenta alle ventuno e quindici, era occupato con percentuali del 30 e passa per cento da Striscia la Notizia.
Oggi molto del pubblico se ne va per tanti rivoli fuori dal cosiddetto mainstream: i bambini hanno i loro canali tutto cartoon, le signore dall’animo più tenero trovano telenovelas in quantità e, da ultimo, ci si sono messe anche le web series, compresa quella visualizzatissima di Luca e Paolo che fanno la pubblicità a puntate a Kinder Bueno (realizzando così in salsa 2.0 i più avventurosi fumetti Simmenthal degli anni ’50).
Striscia è dunque arretrata a cifre più miti, ma la ritirata è stata ordinata, non una rotta.
Basti osservare che la platea che oggi segue Greggio e Hunziker pur ristretta a meno del 20% mantiene lo stesso sapore essendo rispettate scrupolosamente le dosi storiche delle donne rispetto agli uomini (a proposito: Striscia è una delle poche trasmissioni che siano viste in ugual percentuale da entrambi i sessi), dei giovani rispetto agli anziani, dei meridionali rispetto ai settentrionali e via dettagliando.
Se il pubblico mantiene la sua “forma” questo per noi significa che gli spettatori non sono diminuiti per ragioni “culturali”, che si sarebbero manifestate con la rottura del blocco sociale di riferimento e cioè con l’abbandono di un certo tipo di spettatore e la inerte resistenza di altri (come ci sembra accada con il contrapposto gioco dei pacchi, ma avremo modo di tornarci).
Gli allontanamenti sembrano davvero, e solo, l’effetto dei tanti iPad, smartphone, smart tv e via vendendo che hanno messo molti in grado di farsi la “Striscia fai da te”, pizzicando di qua l’ennesima inefficienza burocratica denunciata da un blogger che di queste denunce ha fatto una missione, di là un po’ di gambe spoglie per rifarsi gli occhi come con le Veline, e altrove un po’ di immagini “sensazionali” di quelle per davvero inusitate, come un tempo le trovavi solo nelle Paperissime e loro derivati.
In altri termini, la tv dei modi strambi e delle cose strane sente molto la concorrenza del web e dei social network che instancabilmente lo spigolano e segnalano tramite “amici” vicini e lontani.
Per la fortuna di Ricci, c’è sempre abbastanza gente che, anziché andarselo a cercare, preferisce che il divertimento sia lui a farsi vivo sullo schermo del salotto (o del tinello o della cucina). E non parliamo solo di pigri spettatori anziani, ma di quelli di mezza età che costituiscono il nerbo della platea di Canale5 perché il loro imprinting televisivo ha coinciso con la scoperta dei miti e tipi della tv commerciale.
Quelli che, a dare una sguardo a Striscia, sentono ogni sera il morso dolce-amaro della nostalgia per i Puffi.