L'analisi

Netflix, Strand Consult: ‘Quanta lobby contro le telco’

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Netflix sa come muoversi nel mondo della lobby e nella giungla della politica per incassare norme favorevoli al suo business ai danni di Isp e Tlc.

Netflix sa come muoversi nel mondo delle PR, nella giungla delle relazioni pubbliche con la politica e con i regolatori e soprattutto come dipingere se stessa come “un fragile player alla mercé di regolatori, giornalisti e pubblico”. E’ ovvio, però, che non si arriva ad avere più di 50 milioni di clienti in 40 paesi senza una lobby feroce, per portare a casa “regole contro l’industria delle telco e dei contenuti”. E’ questo in sintesi, secondo gli analisti di Strand Consult, il messaggio che emerge  dalla lettura integrale della lettera agli azionisti inviata da Netflix alla fine del terzo trimestre.

“Non vediamo alcun mutamento nel lungo termine sul mercato Usa della Tv via Internet e nemmeno alcun mutamento in vista per quanto riguarda la nostra presenza in questo mercato”, scrive Netflix nella sua lettera agli azionisti.

Dichiarazioni che, secondo gli analisti di Strand Consult, sono “molto interessanti” visto che arrivano da un player che ha fatto la sua fortuna sulla banda larga realizzata dalle telco. Tanto più che “se le reti a banda larga negli Usa e nel resto del mondo non fossero in grado di veicolare i suoi contenuti, Netflix sarebbe ancora un venditore di DVD via mail”, sottolinea Strand Consult, secondo cui l’azienda gioca, con molta astuzia a suo esclusivo vantaggio, sui dati relativi alla performance di trasmissione degli Isp che veicolano i suoi contenuti.

Vittima di questa tattica “ricattatoria”, ricorda Strand Consult, è stato l’operatore norvegese Telenor che dopo aver rifiutato le condizioni imposte da Netflix in patria, è  finita all’ultimo posto nella speciale classifica stilata dall’OTT sulla performance di rete.

Net neutrality

 

Per quanto riguarda la net neutrality, Strand Consult prende ad esempio il caso Olanda, dove Netflix, forte di una legge in material che di fatto impedisce alle telco di “gestire i loro network” – legge disegnata per stimolare la nascita di nuove iniziative e startup digitali – ha consentito a Netflix di raggiungere il 20% del traffico di rete in quel paese nel giro di pochissimo tempo.

Secondo Strand Consult, La lobby di Netflix in materia di net neutrality è assai aggressiva a Bruxelles e negli Usa. “Servono severi controlli per impedire agli Isp di tenere ostaggi i clienti allo scopo di spremere ricavi maggiori da noi”, si legge nella lettera agli azionisti.

C’è da dire che alcune analisi sui network americani hanno evidenziato che i rallentamenti registrati sulle reti coinvolgono quasi sempre Netflix, aggiunge Strand Consult, secondo cui non è escluso che l’azienda rallenti deliberatamente il traffico per sollecitare l’intervento del regolatore, in particolare la FCC negli Usa.

Un’indagine condotta dalle autorità antitrust della Ue su Telefonica, Orange e Deutsche Telekom, non ha riscontrato alcuna prova del fatto che gli operatori abbiano in alcun modo commesso degli abusi nel mercato dei contenuti e del loro trasporto.

“Dubitiamo che Netflix sia interessato allo sharing, sicuramente applicherà prezzi maggiori per il suo servizio 4K. Ma perché Netflix dovrebbe ricevere il via libera di guadagnare di più per un servizio premium legato alla qualità di trasmissione garantita dagli operatori?”, domanda Strand Consult.

L’attività di lobby di Netflix si estende poi al mondo di Hollywood, tanto più che a breve potrebbe ottenere il via libera alla trasmissione di film in anteprima senza più garanzie per la finestra cinematografica. Un altro mercato che presto entrerà nella sua orbita è lo sport, con tutto ciò che ne consegue in termini di concorrenza con le tv.

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