Creare un gemellaggio fra Italia e Cina per la condivisione di esperienze e informazioni in materia di monitoraggio ambientale e di elettromagnetismo. E’ questo il senso del Memorandum di collaborazione triennale siglato il 17 settembre in Cina dall’Arpa Piemonte, affiancata dai tecnici della FUB (Fondazione Ugo Bordoni), con il Beijing Environmental Protection Beaureau, l’Agenzia per l’Ambiente di Pechino. Di fatto, l’esperienza e il know-how italiano in materia di monitoraggio dei campi elettromagnetici e delle conseguenti problematiche riguardanti la comunicazione pubblica hanno convinto la Municipalità di Pechino a invitare Arpa Piemonte e Fondazione Ugo Bordoni in Cina, per prendere spunto su come replicare in patria le modalità di gestione e di comunicazione dell’elettromagnetismo fatte in Italia.
Accordo triennale
L’accordo con le autorità di Pechino, che si inserisce nel quadro del Programma di scambio Sino-Italiano siglato nel 2000, prevede fra le altre cose la condivisione di know-how sul fronte degli standard e delle norme sull’elettromagnetismo, su quello delle nuove modalità di monitoraggio con l’uso di sistemi automatici e soprattutto sulle modalità di comunicazione di questa delicata materia, che in Cina come in Italia è molto sentita dall’opinione pubblica. Ed è soprattutto qui che entra in gioco l’esperienza del Blu Bus, il mezzo itinerante che in passato la FUB ha organizzato insieme al Ministero delle Comunicazioni e mandato in tour per l’Italia, per raccontare ai cittadini gli effetti delle onde elettromagnetiche. Uno strumento di comunicazione che a Pechino guardano con interesse.
Due anni fa i primi contatti con la Cina
“I primi contatti con l’Agenzia per l’Ambiente di Pechino risalgono a un paio di anni fa – dice Giovanni D’Amore, direttore del Dipartimento Radiazioni dell’Arpa Piemonte, capofila dell’iniziativa – Ci hanno contattato, perché volevano i riferimenti per uno scambio di esperienze e informazioni tecniche sul monitoraggio ambientale ed erano interessati all’esperienza dell’Arpa Piemonte. Noi abbiamo già ospitato in quel periodo una delegazione dell’EPB di Pechino presso i nostri laboratori di Ivrea e, nel corso di quella visita, abbiamo illustrato le nostre capacità di monitoraggio e controllo dei campi elettromagnetici e posto le basi dell’accordo. Poi si è aggiunta l’esperienza di comunicazione sui campi elettromagnetici della FUB tramite il Blu Bus. Dal 17 al 19 settembre siamo stati ospiti a Pechino, dove abbiamo siglato l’accordo di collaborazione triennale, un gemellaggio in piena regola dal punto di vista degli standard tecnici e di comunicazione sul monitoraggio ambientale da onde elettromagnetiche. Nel 2015 è prevista la visita di una delegazione di Pechino in Italia e noi torneremo da loro. Lo stesso avverrà nel 2016”.
La trasferta pechinese
A Pechino la delegazione italiana ha visitato i laboratori del Beijing Radiation Safety Technology Center (BRSTC), il laboratorio per la sicurezza da radiazioni, verificando così i loro sistemi di monitoraggio ambientale e le problematiche di comunicazione che ci sono con istituzioni e cittadini, che sono analoghe a quelle che ci sono in Italia. “I limiti di esposizione elettromagnetica che ci sono a Pechino in ambiente residenziale pari a 12 V/m sono doppi rispetto ai 6 V/m in vigore in Italia – aggiunge D’Amore – dai primi riscontri avuti dall’esame dei dati dei loro monitoraggi, abbiamo verificato che, in alcuni punti, l’area di Pechino rientrerebbe nei limiti che sono in vigore nel nostro paese”.
Il ruolo della FUB
Sono circa 7 mila le stazioni radio base mobili presenti nel territorio della municipalità di Pechino, dove in media arriva un migliaio di reclami annui legati alle emissioni. “A Pechino, come in Italia, la popolazione è preoccupata dai rischi legati ad un eccesso di esposizione ai campi elettromagnetici – dice Doriana Guiducci, responsabile del Centro di Competenza sulle Politiche ICT della FUB – ma più che altro si tratta di una percezione, perché abbiamo verificato che in Cina, come in Italia, le emissioni sono sempre nei limiti. La nostra esperienza nel campo del monitoraggio e della mappatura dell’elettromagnetismo potrà aiutare le autorità di Pechino a gestire meglio i reclami e a comunicare nel modo adeguato a cittadini e istituzioni il tema delle emissioni. Tutto ciò che per la FUB è esperienza consolidata in termini di collaborazione con le Arpa, che va avanti dai primi anni del 2000 con le reti di monitoraggio, è interessante per la Cina. La Fondazione Bordoni ha sempre avuto una presenza costante sulla gestione dell’impatto dei campi elettromagnetici e tutto ciò che per la FUB è esperienza consolidata, grazie anche alla collaborazione con le Arpa, dai primi anni del 2000 con le reti di monitoraggio, è interessante per la Cina”.