Talk show

Odiens. Santoro ritorna al modello Samarcanda

di Stefano Balassone |

Michele Santoro torna in video con un ‘Servizio Pubblico’ più  ricco di documenti e meno basato sulle parole degli ospiti. Lo share si ferma al 5,7%.

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Il modello è più quello del suo vecchio Samarcanda. Il conduttore cambia tutto e torna con un Servizio pubblico che somiglia più alla serie “Gomorra”: più documenti, meno parole. Ma l’auditel non regala nulla: 5,7 per cento di share

 

Michele Santoro ha rifatto Gomorra: ha preso l’analisi dal libro di Roberto Saviano e ha citato gli stili di ripresa della serie di Sky (le vedute notturne, da camera nascosta, del quartiere di camorra, si fondono perfettamente nella memoria dello spettatore con quelle della piazza di spaccio allestita da Ciro e dalla sua banda di amici/killer).

Il tema di serata era quello dell’Italia assediata dalla delinquenza che entra in casa e “ti porta via il televisore sotto gli occhi”. Il paese con il più forte incremento dei furti a domicilio, dove anzi, a Napoli e non solo, “i furti sono diventati tutti rapine”, diceva la vedova di una vittima in provincia di Brescia.

L’approccio fattuale e riflessivo ha dominato, mentre i linguaggi assertivi propri del talk show politico, quelli dei poteri forti e ciarlieri è stata conservata, sì, ma incapsulata in spazi non comunicanti con il grosso del programma (così Vauro e le vignette, all’uopo anticipate a metà trasmissione, così l’assolo di Sabina Guzzanti, così la fase di Marco Travaglio col quaderno spostata verso la fine, quando il programma ha ripreso a somigliare a quello dell’anno passato).

A fare cucù col telecomando su Rai Due si vedeva, e il contrasto era fortissimo, il Virus delle chiacchiere, con Nicola Porro, Maurizio Belpietro e Stefano Fassina che parlavano a più non posso, contestavano gli applausi faziosi etc etc.

A dirla in sintesi, Servizio pubblico, ha aumentato i documenti e compresso i duelli di parole, perché i convenuti erano portatori di esperienza, documenti viventi (il carabiniere, Gianrico Carofiglio, l’ex camorrista, Viviana Beccalossi, messa in scena come prototipo della nordica che parla di Napoli come dello Stato islamico).

Non un talk show politico ma a uno show sociale, ovvero, per chi se lo ricorda, il tipo di programma da cui lo stesso Santoro era partito nel 1987 sotto il nome di Samarcanda.

È questa conversione a U, annunciata da tanto di manifesto programmatico, la risposta dello “specifico tv” (attualità e diretta vs fiction e canzoni) alla crisi dei troppi talk show generati dalla strutturale povertà della tv italiana? Presto per dirlo, ma di certo c’è da non perderla d’occhio.

Intanto ieri sera il voto auditel è stato 5,7 per cento per 1 milione e 200 mila spettatori. Tempi duri per tutti.

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