State of Broadband 2014

State of Broadband 2014: metà della popolazione mondiale senza internet

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Il Rapporto State of Broadband dell’ONU indica che entro il 2017 internet arriverà anche a quel 50% della popolazione mondiale che è ancora offline.

Più del 50% della popolazione mondiale non ha ancora accesso a internet ma entro i prossimi tre anni la situazione cambierà. E’ quanto emerge dal Rapporto State of Broadband della Commissione per lo Sviluppo Digitale dell’ONU.

Il dato ci indica chiaramente come mentre una parte del mondo gode di tutti i vantaggi della banda larga e ultra larga un’altra parte resta fuori dal web.

La mappa qui sotto evidenzia i Paesi con abbonamenti alla banda larga fissa (Le zone grigie sono quelle senza dati).

infografica

Com’era prevedibile, i Paesi sviluppati sono quelli che procedono bene nella diffusione di internet. Il Principato di Monaco è in testa con il 44,7% dei residenti collegati a banda larga fissa, seguono Svizzera e Danimarca rispettivamente con il 43% e 40%.

Gli Stati Uniti si piazzano 24esimi con poco meno del 30% delle connessioni broadband fisse.

L’Italia, in questa classifica, si piazza al 40esimo posto, con una penetrazione del 22,3% (l’anno scorso era al 22,1%), e al 25esimo posto (dal 28esimo del 2013) per penetrazione della banda larga mobile.

L’Africa occidentale ha invece un tasso di connessione veramente basso, ma non era un mistero. Gli abbonamenti ci dicono questo anche se i dati raccolti sono meno completi.

La mappa che segue evidenzia i Paesi con percentuale di residenti nel mondo connessi alla banda larga mobile.

infografica

Singapore, Finlandia e Giappone sono i Paesi con il più alto tasso di connessioni mobili.

In questa mappa gli USA hanno una posizione migliore con il 92,8% dei residenti dotati di mobile broadband.

Molto diversa la situazione per i Paesi in via di sviluppo, specie quelli dell’Africa occidentale.

Le zone in nero sulle mappe sono preoccupanti. Un popolo connesso a internet è un popolo che si apre al mondo e che può anche combattere le oppressioni grazie ai social media, come l’esperienza ci ha insegnato. E mentre internet continua a promuovere startup e incoraggiare il confronto scientifico nel resto del mondo, i Paesi offline continuano a perdere terreno nell’economia globale.

Il Rapporto ONU ci indica fortunatamente che questa condizione comincia, anche se lentamente, a mutare.

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