Accelera il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, sulla riforma Rai. I tempi sono stretti e, a quanto apprende Key4biz, il decreto legge potrebbe essere già presentato entro ottobre per entrare in vigore a fine dicembre.
Il decreto al quale sta lavorando il Sottosegretario approfondisce due aspetti basilari e fondamentali: da un lato, punta a cambiare il sistema che regola il canone della Tv pubblica, dall’altro a risolvere i problemi interferenziali con un preciso intervento sulle tv locali.
Radicale riforma del canone
Per quanto riguarda la Rai, dal Ministero dello Sviluppo economico fanno sapere a Key4biz che in cantiere c’è una ‘radicale e profonda’ riforma del canone che andrà a modificare totalmente l’attuale sistema.
Una riforma che poggerà su tre perni: eliminare l’evasione, ottenere entrate certe e legare la tassa alla capacità di spesa.
Giacomelli intende intervenire alla radice del problema che rende oggi il canone la tassa più impopolare e iniqua: il canone è di 113 euro, per tutti senza alcuna distinzione, e non lo paga il 27% delle famiglie con un danno che la Rai stima in 1,7 miliardi di euro tra il 2010 e il 2015.
Da qui l’esigenza di rendere questa tassa equa, calcolando l’ammontare sui consumi delle famiglie e non sul reddito.
La riforma del canone pensata da Giacomelli presenterà tanti elementi di novità, alcuni riguarderanno anche il comparto dell’Editoria che fa capo al Sottosegretario Luca Lotti, introducendo un sistema completamente diverso rispetto al precedente.
Nuove regole per le tv locali
Altrettanto urgente è anche l’intervento sulle tv locali, anche esso contemplato nel Decreto Legge sul quale è al lavoro Giacomelli.
Al momento l’unico elemento certo è il Piano presentato dall’Agcom secondo il quale entro il 31 dicembre un’ottantina di emittenti locali dovranno liberare le frequenze fonte di interferenza con i paesi confinanti.
Giacomelli ha intanto l’esigenza di risolvere il problema delle interferenze e liberare spettro, dando così un chiaro segnale all’ITU che questo governo manterrà gli impegni presi (Il Sottosegretario ha incontrato lo scorso aprile al MiSE il direttore del Radiocommunication bureau dell’ITU François Rancy, ndr) per risolvere i problemi interferenziali con i Paesi confinanti, specie la Croazia che al momento è quella che appare più minacciosa.
La prima esigenza è quindi quella di liberare spettro, introducendo un meccanismo diverso per incentivi.
Il Decreto punta a separare il ruolo degli editori dagli operatori di rete e a introdurre criteri più stringenti per l’accesso ai contributi, anche per liberare lo spettro e ottenere un dividendo digitale che aiuti a superare il problema delle interferenze.
Con il decreto potrebbero arriverebbero sovvenzioni aggiuntive per la rottamazione, ma anche una diversa disciplina per i contributi che, così, andrebbero solo agli editori e non agli operatori di rete.
In altre parole, le nuove norme puntano a disincentivare l’occupazione delle frequenze da parte degli operatori locali e a introdurre precisi paletti per l’assegnazione dei contributi alle piccole emittenti che considerino, per esempio, il numero dei giornalisti assunti o delle ore dedicate all’informazione. Un modo per evitare, insomma, che ci siano furbi che vogliono far business a danno di altri operatori. Non a caso oggi il numero delle tv locali in Italia appare davvero spropositato e necessita quindi di una migliore regolamentazione.