Tra 10 anni non meno di 2 miliardi di persone vivranno nelle 600 maggiori città del mondo: si tratta di un quarto della popolazione planetaria. Il 60% della ricchezza globale sarà prodotto in queste 600 città, dove alloggeranno 735 milioni di famiglie, con un PIL medio pro-capite di 32 mila dollari. Nei mercati attualmente più avanzati, 1 città su 3 non comparirà più tra le top 600 nel 2025, mentre in classifica entreranno 136 nuove “megacity” localizzate nei Paesi emergenti.
Alla luce di questi profondi cambiamenti nella localizzazione della popolazione e della generazione di ricchezza e influenza globale, la “città”, soprattutto se a dimensione metropolitana, rappresenta oggi – e per il futuro –l’entità di riferimento per la crescita dei territori, la realizzazione di politiche di sviluppo, la concentrazione di risorse ed energie economiche, sociali, culturali.
In questo contesto si inserisce la ricerca condotta da European House-Ambrosetti (EHA), “Torino 2025”, documento presentato domenica scorsa al Forum Internazionale di Cernobbio e dedicato allo studio del processo di trasformazione di Torino e più in generale al futuro del territorio metropolitano.
Torino smart city ha avviato un importante processo di analisi, riflessione e dibattito relativamente ai propri asset, capacità e obiettivi passati, attuali e futuri. Lo scopo dell’amministrazione e dell’EHA è definire un nuovo piano strategico per la città che, tenendo in considerazione la città stessa e l’area urbana ed economica, stabilisca le linee guida per delineare la visione di ciò che Torino desidera diventare nel 2025 e le azioni a breve e medio termine da realizzare e coordinare per raggiungere gli obiettivi individuati.
A tal proposito, l’indagine tra gli attori principali delle business community e delle istituzioni italiane e internazionali è finalizzata ad analizzare l’attuale profilo di competitività e attrattività della città, integrandone i risultati (in termini di idee, proposte, esigenze, ecc.) nella visione del futuro che la città si sta dando.
L’obiettivo finale è quello di comprendere a fondo quali siano i fattori cruciali, presenti e futuri, per potenziare il profilo di competitività della città e rendere l’area un hub globale per iniziative di natura economica o legate alla ricerca e all’innovazione.
Nel complesso, la città sta lavorando per aumentare la propria competitività e attrattività guardando al contesto competitivo nazionale, come pure alle principali aree europee che oggi sono in grado di attrarre risorse umane ed economiche da tutto il mondo.
Dieci i punti chiave evidenziati nel Rapporto Ambrosetti, rispetto a quanto fatto fino ad ora dalla Città di Torino e soprattutto a quanto ancora c’è da fare in un contesto europeo ed internazionale altamente competitivo e al momento fortemente instabile:
- aree urbane come fattore di competitività locale e globale;
- fare sistema e sviluppare una progettualità di lungo periodo;
- valorizzare le risorse industriali, manifatturiere, culturali, formative e nella ricerca;
- consolidare l’esperienza di governance inclusiva;
- rilanciare nuovi assi di sviluppo;
- piano strategico “Torino metropoli 2025”, modello di partnership pubblico-privato e leadership diffusa;
- Torino “città delle opportunità” e metropoli del “poter fare”;
- promuovere i “fattori abilitanti” e liberare energie per la crescita;
- costruire un nuovo rapporto fra una Pubblica Amministrazione “intelligente” e il settore privato;
- posizionamento di respiro europeo e internazionale della città, ruolo chiave delle relazioni con altre realtà urbane in connessione con tutta la Pianura Padana, in testa Milano e Genova.