#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato in Odiens, Europa, 3 settembre 2014
Un agosto dalle caratteristiche autunnali (la più bassa delle stagioni televisive accompagnata dal fenomeno dell’acqua alta), come quello che si è appena concluso nel Nord Italia, induce a chiudersi in casa con la televisione accesa. Così è puntualmente accaduto nella fascia compresa tra le Alpi e gli Appennini dove sono aumentati di mezzo milione (da 8,3 mln a 8,8 mln) gli spettatori della prima serata. Ne hanno guadagnato un po’ tutti, mentre in controtendenza hanno perso spettatori La7 (che fa un passo indietro del 10%) e, più marginalmente, le tre reti generaliste della Rai.
Invece al Sud, dove l’estate bene o male c’è stata per davvero, gli spettatori d’agosto sono diminuiti, rispetto all’anno precedente. Ma di poco (neanche il 2%). Perché, se il bel tempo spinge fuori casa, la mancanza di soldi indotta dalla crisi, che a quanto sembra ancora è lungi dall’essere passata, induce a evitare le tentazioni della pizza e del gelato.
Fra tutti, chi perde più ascoltatori è La7 (-30%) probabilmente per l’effetto di due fattori: un palinsesto coi remi in barca (con film e fiction vintage, dignitosi e risparmiosi) e le caratteristiche del pubblico che tiene d’occhio il canale di Mentana: spettatori in media più benestanti degli altri che non danno il benvenuto a temporali e bombe d’acqua come altrettante occasioni per contenere le spese restandosene tappati in casa col telecomando in mano.
In questo incrocio di fattori strutturali e di circostanze occasionali che hanno definito il rapporto agostano fra pubblici e canali, un punto di riferimento resta fermo, a dispetto di tutto: Montalbano, che anche quest’anno è riuscito, con l’ennesima replica, ad assicurare a Rai 1 un lunedì sera attorno al 25% di share. Nello stesso lunedì in cui anche RaiTre riusciva a cavarsela addirittura meglio dell’anno precedente grazie a una serie di film con Totò e compagnia (De Filippo, Gasmann, Manfredi etc).
Figure ipernazionali ambedue, ma non provinciali, sia il Commissario che il Comico, i cui successi – al di là del genere film&fiction in cui si manifestano –sembrano voler testimoniare che lo spazio per un grande canale nazional-generalista esiste e che si tratta solo di lavorarci sistematicamente, alla faccia dei canali e canaletti messi insieme con l’assemblaggio delle televisioni altrui. Questione di Servizio Pubblico, quello vero.