‘Una telefonata allunga la vita’ recitava un vecchio spot. Ora, grazie alle ultimissime tecnologie, si potrebbe addirittura dire che il cellulare può salvarla la vita, anche a chi si trova in una situazione di emergenza e la famosa telefonata non è neanche in grado di farla.
Questo, grazie al connubio tra WiFi e droni e a una tecnologia sviluppata dallo Swiss Federal Institute of Technology, in grado di rintracciare la posizione del cellulare attraverso il segnale wireless e in un’area di circa 3 metri.
Se 3 metri vi sembran pochi, provate a pensare a uno scenario post terremoto o a una valanga, quando è necessario e urgente individuare persone sotto le macerie o la neve: il drone in questi casi può registrare la potenza del segnale WiFi e, in base a questo, determinare a che profondità una persona è intrappolata, fornendo ai soccorritori un’immagine 3D in grado di indicare dove concentrare le ricerche.
I droni sono già utilizzati nelle operazioni di ricerca: rilevando le tracce termiche, ad esempio, aiutano le squadre di soccorso a individuare una persona dispersa nei boschi o sotto la neve.
Negli Usa, dove l’uso dei velivoli senza pilota non è ancora stato regolamentato, un ente non profit è stato autorizzato dal giudice a usare questi apparecchi nonostante le obiezioni dell’aviazione civile.
I droni possono essere anche utilizzati anche per fornire connettività WiFi laddove le infrastrutture fossero messe fuori uso da una calamità naturale. Facebook potrebbe presto cominciare a usarli per portare l’accesso a internet in quelle aree del mondo che ancora ne sono sprovviste, a cominciare dall’Africa.
Nei giorni scorsi, il presidente Usa Barack Obama ha annunciato un decreto legge volto a tutelare la privacy dei cittadini dall’invasione di questi velivoli. Ma in casi di emergenza, ne siamo sicuri, a nessuno importerebbe sacrificare la riservatezza dei dati della connessione WiFi del cellulare!