La sfide che attendono l’Europa nei prossimi anni non solo solamente economiche, sociali e culturali, ma anche politiche e ambientali, con una forte connotazione urbana. I problemi, infatti, si presentano, nella maggior parte dei casi, principalmente nelle nostre città, sotto forma di inquinamento, cambiamenti climatici, fenomeni atmosferici violenti, eccesso nei consumi di risorse energetiche e alimentari, povertà, diseguaglianze, esclusione sociale crescente, degrado ambientale.
È per questo che il paradigma di sviluppo sostenibile insito nella smart city è entrato di prepotenza nelle policy europee dedicate alle città e nel progetto di Agenda Urbana europea.
Attualmente, circa 359 milioni di persone, pari al 72% della popolazione dell’Ue, vivono in città, paesi e sobborghi urbani. Sebbene negli ultimi tempi il tasso di urbanizzazione della popolazione ha subito un rallentamento, la quota della popolazione urbana continua a crescere e raggiungerà probabilmente un livello superiore all’80% entro il 2050.
Fino al 26 settembre 2014 è possibile per i cittadini dell’Unione europea dare il proprio contributo, fatto di suggerimenti ed idee, partecipando al confronto pubblico sull’Agenda Urbana europea. I pareri e i suggerimenti degli interessati e delle amministrazioni competenti a livello locale, regionale e nazionale, rappresenteranno un’importante base di lavoro per la nuova Commissione e per il nuovo Parlamento europeo, non da ultimo anche con riferimento ai futuri sviluppi della strategia Europa 20203.
Criticità urbane che hanno portata globale, ma che proprio a livello locale devono trovare immediate soluzioni. Si stima che nel 2050 il 67% della popolazione mondiale sarà urbana. Le zone urbane aumenteranno di 2,6 miliardi il loro numero di abitanti, mentre le zone rurali perderanno 300 milioni di abitanti. Ciò soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Tale fenomeno di urbanizzazione, se da un lato presenta grandi potenzialità di creare ricchezza e benessere per ampi strati della popolazione, dall’altro rischia anche di creare ghetti e sacche di estrema povertà, dando vita a modelli errati e non accettabili di sviluppo territoriale, ambientale e sociale. È fondamentale che esso sia improntato quanto più possibile alla sostenibilità, poiché tali sviluppi avranno un impatto globale sull’economia, sul clima e sulla stabilità sociale con inevitabili ripercussioni anche in Europa.
Un’agenda urbana europea potrebbe permettere di conseguire numerosi obiettivi: accrescere la qualità, l’efficienza e l’efficacia delle politiche grazie a un miglior coordinamento delle stesse, dei soggetti e dei livelli di governance e a una migliore comprensione dei contesti di sviluppo urbano in sede di concezione e di attuazione delle politiche; accrescere l’impegno e il senso di partecipazione delle città nel processo di definizione e di realizzazione delle politiche a livello nazionale e dell’UE; rafforzare la capacità delle città di promuovere transizioni e cambiamenti strutturali al fine di garantire economie urbane sostenibili e uno sviluppo sostenibile sotto il profilo territoriale, ambientale e sociale delle zone urbane; avvicinare il processo decisionale dell’UE ai cittadini; essere di grande utilità per le politiche di aiuto allo sviluppo dell’UE e costituire un veicolo di promozione delle tematiche di sostenibilità globale.