Italia
Secondo l`ultimo rapporto di Federcomin, l`associazione di Confindustria che raggruppa le imprese di informatica e telecomunicazioni, gli abbonati a connessioni telefoniche a banda larga in Italia nel 2001 avevano raggiunto le 402 mila unità portandosi a 710 mila nel primo semestre di quest¿anno, con una previsione di aumento fino a un milione e 114 mila alla del 2002. Allo stesso tempo sono diminuite le linee telefoniche tradizionali, passate da 22,57 milioni nel 2000 a poco più di 22 nel primo semestre di quest`anno.
A conferma del grande aumento della richiesta di banda larga, il mercato è investito da una vera e propria sfilza di nuove offerte per il collegamento a Internet veloce da parte dei più importanti operatori di telecomunicazioni.
Si prevede, quindi, una vera e propria battaglia d`autunno sulla banda larga, per accaparrarsi il traffico in Internet non solo dei cosiddetti heavy users (Utilizzatori pesanti), ma anche dell`utenza tradizionale. Con una notevole particolarità: a farsi la guerra sono rimasti in tre: Telecom Italia, Fastweb e Wind-Infostrada.
Tutti gli altri operatori (con qualche rara eccezione come Albacom e, in misura minore, Edisontel per la clientela business) sembrano al momento tagliati fuori dal mercato del futuro, incapaci di guadagnarsi uno spazio fra le offerte all`ingrosso di Telecom Italia e i costi dell¿ unbundling dell`ultimo miglio (il distacco della linea telefonica del cliente dalla rete Telecom), che al di sotto di volumi importanti conducono inevitabilmente a lavorare in perdita.
Per questo tutti gli operatori alternativi all¿ex monopolista sono sul piede di guerra: Renato Soru, è stato uno dei primi a lanciare l`allarme per il ritorno dei monopoli sulla banda larga. Il numero uno di Tiscali cerca da mesi di convincere la Commissione europea e l`Autorità italiana per le Comunicazioni che l`introduzione di misure a sfavore degli ex monopolisti, in Italia come negli altri paesi europei, è l`unico modo per evitare la distruzione della concorrenza.
Telecom Italia replica affermando che la banda larga è un mercato nuovo, nel quale tutti sono partiti dallo stesso punto e non c`è motivo di imporre misure a favore dei nuovi entranti come per i servizi locali.
Al momento questa sembra anche l`idea prevalente presso l`Authority per le Comunicazioni, da cui non sono attese misure particolari per favorire gli operatori alternativi in difficoltà.