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Secondo una ricerca condotta dalla società specializzata Forrester Research, gli operatori della telefonia mobile, molto probabilmente, non riusciranno a recuperare i soldi spesi per l`acquisto delle licenze 3G in tempi brevi.
Le licenze, infatti, hanno durata di 15 o 20 anni e, visti anche i ritardi nel lancio dei servizi UMTS, gli operatori dovranno investire ancora parecchi soldi per costruire le reti e per l`acquisto dei nuovi cellulari.
Si è calcolato che in media gli operatori europei dovrebbero giungere al pareggio dei propri conti nel 2014. In alcuni paesi, però, la situazione appare ancora più grave per via degli alti costi delle licenze messe all`asta. In Germania e Regno Unito, nella migliore delle ipotesi il pareggio arriverà solo nel 2017.
Migliore di molto la situazione in Italia, Francia, Finlandia e Svizzera, dove gli operatori dovrebbero giungere al pareggio dei conti tra il 2010 ed il 2012. In particolare Italia e Francia sono i due paesi più avvantaggiati dato il basso numero di competitori ed il grande mercato al quale fare riferimento. Meno vantaggiosi i mercati di Portogallo e Spagna.
Nonostante le ottimistiche previsioni dei dirigenti, la diffusione dell`UMTS è decisamente più lenta del previsto. Solo il 10¿ degli utenti mobili (un quinto rispetto alle previsioni) avrà un terminale 3G nel 2007.
Lo studio si conclude con un esame dei servizi a valore aggiunto che dovrebbero essere basati sui contenuti e non sulla tecnologia con la quale diffonderli. Sarebbe, infatti, irrispettoso per gli utenti consentire la fruizione di servizi multimediali 3G solo in determinate zone e non in altre.
I gestori dovranno, quindi, impegnarsi a garantire l`utilizzo capillare di questi servizi, anche se a velocità sensibilmente diverse. In questo modo, secondo la ricerca, sarà possibile alimentare l¿attesa e la voglia di passare ad una nuova rete mobile che garantisca velocità migliori per usare quel dato servizio.