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Secondo quanto riportato da alcuni esperti in questioni di sicurezza, gli Stati Uniti starebbero vagliando la possibilità di ricorrere ad attacchi informatici per paralizzare le Reti nemiche. La misura potrebbe già essere utilizzata nel conflitto contro l¿Iraq.
Questa sarebbe la prima volta che gli Usa, provano a rafforzare la loro difesa contro attacchi informatici e contro il cyberterrorismo e utilizzare queste tecniche come armi.
Secondo il Washington Post, il presidente George W. Bush avrebbe siglato una direttiva segreta che ordina al governo di sviluppare delle tecniche che gli permetterebbero, per esempio, di bloccare radar o istallazioni elettriche.
Un portavoce del Pentagono, il luogotenente Gary Keck, si è rifiutato di fornire dettagli sulla vicenda, ma ha confermato che l¿Arma starebbe pensando di includere delle nuove tecnologie nel proprio ¿arsenale¿.
¿..Le nuove tecnologie nell¿informazione costringono il dipartimento di Difesa a cercare di esplorare nuove vie per continuare efficacemente nella missione di protezione degli Stati Uniti¿, ha commentato Keck.
La Casa Bianca ha pubblicato venerdì una versione finale del proprio progetto di sicurezza Internet, che dichiarerebbe in sintesi gli Stati Uniti risponderanno con ¿armi informatiche¿ a eventuali cyberattacchi.
Nel documento si legge che “…Quando un paese, un gruppo terroristico o avversari politici lanciano dei cyberattacchi contro gli Stati Uniti, la risposta americana non deve essere limitata a una azione legale. Gli Usa si riservano la facoltà di rispondere nella stessa misura e con gli stessi modi¿.
Secondo gli esperti, il ricorso a cyberattacchi permetterebbe di bloccare i nemici con dei rischi inferiori, rispetto ai lanci di bombe, che causano vittime civili.
“…Uno dei nostri scopi è di minimizzare il numero delle vittime civili…¿ e gli attacchi informatici permettono di realizzare questo fine, commenta French Cadwell, un esperto di cyberterrorismo per il centro di ricerca Gartner.
Non si sa se queste tecnologie funzioneranno veramente, visto che fino ad ora non si è mai fatto questo uso del cyberspazio, sostiene French Caldwell.
“…Se noi lo facciamo, bisognerà farlo in modo molto mirato e in modo che non possa ritorcersi contro di noi¿.
Secondo, Bruce Schneier – esperto per la società Counterpane, specializzato nella sicurezza Internet ¿ questo progetto non sembra essere adatto per il caso dell¿Iraq. “Se Saddam Hussein vuole dare un ordine a un generale, non gli spedirà di certo una mail¿, così come Internet non controlla i missili iracheni, commenta Schneier.
Il documento presentato dalla Casa Bianca sottolineerebbe semplicemente la necessità per gli Stati Uniti di proteggere le reti informatiche che assicurano funzioni vitali, come l¿elettricità, i trasporti, le banche, le telecomunicazioni, la salute pubblica, i servizi d¿urgenza, l¿acqua e le industrie come quella chimica, di difesa, alimentare e agricola, conclude Schneier.
18 feb. 03
14.50