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Napster continua a far parlare di sé. Anche se il Web site di musica è stato ormai oscurato da una sentenza, potrebbe ancora costare caro al suo ex azionista e protettore Bertelsmann.
Un gruppo di produttori di musica ha aperto una procedura legale contro il Gruppo tedesco di media, per chiedere un risarcimento di 17 miliardi di dollari.
Per il momento Bertelsmann non ha confermato la notizia.
In un unico ricorso, secondo una procedura legale tipicamente americana (quella in nome collettivo, ndr), produttori, autori e compositori accusano Bertelsmann di essersi reso complice di Napster nella violazione dei diritti d¿autore, investendo ingenti capitali nella società.
Essi ritengono che il Gruppo tedesco abbia volutamente non considerato la violazione dei diritti d¿autore, nell¿accordo con Napster.
Bertelsmann, infatti, “¿non ha posto come condizione all¿immissione di capitali nel sito, l¿arresto della violazione dei diritti d¿autore¿, commessa dal sito Internet.
“Bertelsmann lo ha fatto deliberatamente (¿) al fine di preservare il valore aggiunto di Napster, per un maggiore profitto del Gruppo¿, si legge nel capo di imputazione.
L¿azione legale, aperta davanti al tribunale di Manhattan, è portata avanti anche dai membri di Harry Fox Agency, un organismo di difesa dei diritti dei produttori, che comprende 27.000 aderenti.
Creato nel 1999 da Shawn Fanning, Napster, il sito di scambio gratuito di file musicali in formato Mp3, ha goduto di un successo inaspettato, raggiungendo 70 milioni di utilizzatori.
Si era attirato gli strali di tutte le case discografiche, salvo di Bertelsmann che aveva accettato di investire nella società.
In totale il Gruppo, attraverso la sua casa discografica BMG, ha investito più di 100 milioni di euro, di cui 83 unicamente per lo sviluppo di una tecnologia più sicura, in Napster.