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AOL, il numero uno mondiale dei servizi Internet, propone ai suoi abbonati, da oggi, l¿accesso al sito di scaricamento di musica MusicNet, lanciato in comune con Warner Music, Bertelsmann, EMI, e Zomba.
L¿obiettivo è quello di combattere la pirateria musicale, secondo quanto dichiarato da AOL in un comunicato stampa.
Il servizio, che all¿inizio darà accesso a circa 250.000 canzoni, è a pagamento. Saranno, però, previsti diverse formule di pagamento, in funzione alle esigenze degli utenti.
La formula base parte da un prezzo di 3,95 dollari per 20 scaricamenti, la formula successiva che permetterebbe l¿accesso a scaricamenti illimitati, costa 8,95 dollari al mese.
Quanto alla formula Premium, permette in più di registrare 10 canzoni su CD al mese e costerà 17,95 dollari.
Negli Stati Uniti il prezzo medio per un CD è di 13-14 dollari.
A parte il vantaggio strettamente economico che l¿offerta rappresenta per gli utenti e l¿obiettivo di combattere la pirateria musicale perseguita dalla major, AOL spera con questo servizio di promuovere il suo pacchetto di accesso rapido a Internet, AOL Broadband.
Questo servizio dovrebbe essere profittevole per AOL, che soffre di una riduzione delle entrate della pubblicità on line e di un rallentamento della crescita degli abbonamenti.
Il catalogo di MusicNet su AOL comprenderà i titoli di cinque major e delle principali etichette indipendenti.
Tuttavia, gli analisti sono scettici rispetto a questo tipo di piattaforma legale di scaricamento di musica e di registrazione di CD.
Ritengono, infatti, che questo servizio sia troppo caro per i servizi offerti.
Le piattaforme a pagamento hanno poi tardato a proporre la loro offerta e hanno difficoltà a competere con i milioni di titoli offerti da KaZaA, Morpheus o iMesh.
Questi siti, come il defunto Napster, funzionando sul principio di ¿condivisione dei file¿, permettono di aver accesso a una fonte quasi inesauribile di musica gratuita, perché non devono sottostare al complesso sistema legale di licenze che protegge la musica registrata.
Altra critica è che i siti di musica a pagamento privilegiano i nomi più conosciuti del panorama discografico a danno degli artisti editi dalle etichette indipendenti.