Italia
L¿innovazione è l¿unica alternativa al declino del Sistema Paese. Questo il principale concetto che Antonio Emmanueli, Presidente di Smau, ha voluto esporre nel presentare, questa mattina a Palazzo Marini in Roma, il ¿Manifesto per l¿Innovazione¿, un documento che stimola i protagonisti del nostro Paese ¿ istituzioni , media, mondo accademico, aziende, utenti ¿ a modificare le proprie priorità a favore dell¿innovazione tecnologica. Alla presenza dei ministri dell¿Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca e delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, oltre che di un panel di protagonisti del settore ICT, Emmanueli ha anche presentato il volume Smau Ricerche ¿Italia.ICT¿, che contiene saggi di autorevoli esponenti delle istituzioni, delle università, delle aziende, oltre ai risultati della ricerca Idc sull¿Information Society Index.
Secondo il presidente di Smau, che ha aperto e moderato i lavori, ¿L¿Italia ha colto solo in parte le enormi opportunità offerte dal cambiamento, perdendo importanti quote del mercato mondiale dell¿export (-20% dal 1996 al 2001) e si trova a competere con Paesi che sono riusciti a crescere in modo più rapido ed efficiente grazie all¿adozione delle nuove tecnologie. Per questo motivo ¿ ha aggiunto Emmanueli ¿ oggi non c¿è alternativa all¿innovazione: di business, di prodotto, di design, di marketing, di organizzazione, di processo.¿ Considerazioni che partono dai dati dell¿Information Society Index, elaborato dalla Idc, che vedono l¿Italia ferma al 23esimo posto, esattamente dov¿era nel 2001. Presentando il ¿Manifesto per l¿Innovazione¿, Emmanueli ha affermato che ¿L¿innovazione deve diventare una preoccupazione costante per tutti coloro che hanno una responsabilità diretta nella conduzione dell¿economia, delle imprese e delle amministrazioni. (…) L¿Italia è poco competitiva perché ha una limitata capacità di innovazione, ma ha il potenziale umano e tecnologico per entrare a pieno titolo tra i Paesi protagonisti del nuovo ciclo di sviluppo.¿
Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha espresso un certo ottimismo sui grandi progressi delle tecnologie dell¿informazione. Dopo aver ricordato che il Governo ha inserito le reti di tlc e la larga banda nella Legge Obiettivo, il ministro ha affrontato il tema della legge di sistema radiotelevisivo. ¿Il vero portato di innovazione di questa legge ¿ ha detto Gasparri ¿ non è certamente il futuro vertice della Rai, ma la scansione di tempi e obiettivi per la tv digitale terrestre. C¿è un coro di scettici, sulla possibilità di una transizione completa entro il 2006, guarda caso proprio coloro che hanno definito questo obiettivo con la legge 66/2001.¿
Parlando della tv digitale terrestre, il ministro ha poi aggiunto: ¿Si tratta di una sfida complessa, ma che credo si possa attuare. Non c¿è solo la moltiplicazione dei canali. La tv digitale terrestre sarà il più grande strumento di alfabetizzazione informatica di massa.¿
Gasparri ha poi allargato il discorso all¿Europa, affermando che se si pongono obiettivi temporali, come fa eEurope 2005, occorre anche che si predispongano fondi adeguati per evitare il digital divide. ¿Altrimenti ¿ ha affermato Gasparri ¿ gli obiettivi che l¿Europa si è posta saranno raggiunti solo per le aree ricche. Come per le ferrovie e le autostrade nel passato c¿è stato bisogno dell¿intervento pubblico ¿ ha aggiunto il ministro – oggi penso che si dovrebbe fare con le reti a larga banda, che è come l¿energia elettrica una volta.¿
Franco Morganti, del Comitato scientifico dello Smau e Presidente Anfov, ha illustrato il volume ¿Italia.ICT¿ – giunto alla seconda edizione – partendo innanzitutto dal titolo del convegno: ¿Italia e innovazione: una relazione possibile?¿. Secondo Morganti, in Italia e in Europa questo settore ha un ruolo inferiore a quello che ha negli Usa, dove determina un aumento di produttività pari al 48%, contro il 36% dell¿Europa. Morganti ha usato toni polemici con il Governo, reo di focalizzare l¿attenzione su opere come il Ponte sullo Stretto anziché sulle reti a larga banda, e ha ricordato come il mercato dell¿ICT in Italia sia cresciuto solo dell¿1% nel 2002, grazie alla performance delle tlc (+3%), controbilanciata dalla crescita negativa dell¿IT (-2%).
Nel 2003 le tlc daranno un apporto positivo ancora minore, considerata la saturazione della telefonia mobile. Nel 2004 la ripresa sarà affidata all¿Umts, ma ci sono parecchi dubbi in proposito: nell¿IT a spingere saranno i servizi, più che l¿hardware. Morganti ha poi messo in guardia riguardo la crisi delle tlc: ¿Il rischio occupazionale ¿ ha detto ¿ è maggiore che nel settore dell¿auto, ma nessuno sembra essersene reso conto.¿
Lucio Stanca, ministro per l¿Innovazione e le Tecnologie, dopo aver affermato che ¿la modernizzazione del Paese non si realizza per decreto¿, ha spiegato: ¿Quello dell¿Italia è un problema culturale. La risposta all¿interrogativo ¿ una relazione possibile? ¿ è sì, ci deve essere. Siamo obbligati all¿innovazione.¿ Secondo Stanca, le aziende italiane investono poco in ICT, ¿ben il 70% di esse (secondo una ricerca della Bocconi) non ha adottato specifiche applicazioni in rete perché le ritiene inutili¿. L¿Italia, ha specificato Stanca, è anche l¿ultima nel commercio elettronico, poiché solo il 10% delle imprese vende i propri prodotti anche in rete.
Le cause di questo ritardo, secondo il ministro sono da ricercarsi anche nella limitata dimensione delle imprese italiane: il 95% ha meno di 20 occupati, pur contribuendo al 43% del fatturato totale.
Di fronte a questi ritardi strutturali, Stanca ha affermato che ¿servono incentivi permanenti a sostegno dell¿innovazione delle imprese, soprattutto quelle medie e piccole.¿ L¿intervento del Governo, però, secondo Stanca ¿pur importante è complementare e di per sé non risolutivo.¿
Secondo Luigi Caruso, Presidente e a.d. di Enterprise Ericsson, la domanda della P.A: è molto specializzata e più avanzata rispetto a quella delle imprese. ¿Le aziende sono rimaste indietro. Occorre pertanto sviluppare un ciclo virtuoso tra domanda e offerta¿.
Per Elio Catania, Presidente e a.d. di Ibm Italia, c¿è bisogno di ¿una mobilitazione generale sull¿innovazione¿. Sottolineando che ¿questo clima di incertezza, di volatilità, non scomparirà tanto presto¿ e che dovremo abituarci a ¿una fase di incertezza costante¿, Catania ha affermato che ¿i vecchi modelli non funzionano più¿. Qual è dunque la ricetta? ¿L¿innovazione passa attraverso il know-how. Cominciamo ad aprirci di più¿, ha concluso Catania.
Per Enrico Letta, segretario generale dell¿Arel (Agenzia di ricerche e legislazione), da questo convegno si alza un ¿grido di dolore¿ che va recepito. C¿è il rischio di un ritorno al passato, di uno ¿scampato pericolo¿ dopo lo scoppio della bolla speculativa della new economy. ¿Qualcuno va dicendo: ve l¿avevo detto che la new economy era una bufala. Ma è un grave errore¿. Letta ha poi annunciato una buona notizia proveniente da Bruxeless: la comunitarizzazione della materia brevettuale.
Una nota ottimistica da Umberto Paolucci, Presidente Microsoft Italia e Vice Presidente Microsoft Corporation: ¿La buona notizia è che le diagnosi cominciamo a farle. La rotta è stata tracciata.¿
visualizza il manifesto del Convegno a https://www.key4biz.it/manifesto.pdf