Olivetti sparisce dalla Borsa dopo quarant´anni. Storia di un simbolo dell´industria italiana

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Dopo oltre quarant”anni, sparisce dalla Borsa uno dei simboli dell”industria italiana: la Olivetti. Sul listino di Piazza Affari aveva debuttato nel lontano 1960. I titoli della societ&#224, fondata agli inizi del secolo, in seguito alla fusione con Telecom Italia usciranno infatti dal Mib30, una volta perfezionata l”operazione.
La storia della Olivetti inizia nel 1908, esattamente il 29 ottobre, quando Camillo Olivetti costituisce a Ivrea (Torino) la “Ing. C. Olivetti & C.”, prima fabbrica italiana di macchine per scrivere, con 20 dipendenti, un”officina di 500 mq e una produzione di 20 macchine a settimana.

Negli anni successivi l”Azienda di Ivrea cresce rapidamente, ampliando e diversificando l”offerta sia in Italia sia nel mondo. Alla fine degli anni ”20 raggiunge una produzione annua di 13.000 macchine, debuttando, tra il ”30 ed il ”40, anche nel settore delle telescriventi, calcolatrici, mobili e attrezzature per ufficio. Sotto la guida di Adriano, figlio di Camillo, negli anni ”50 registra poi una crescita straordinaria, creando con modelli che diventeranno un simbolo dell”italian style, come la Lexikon 80, la Lettera 22 – famosa portatile – e la calcolatrice Divisumma.
A cinquant”anni dalla fondazione, la Olivetti arriva a impiegare oltre 24.000 dipendenti. Nel 1959 acquisisce la statunitense Underwood. In quegli anni, compie la prima importante svolta tecnologica investendo con lungimiranza nella tecnologia elettronica. Sempre nel 1959 arriva l”Elea 9003, primo calcolatore elettronico interamente sviluppato in Italia.

L”improvvisa morte di Adriano Olivetti, nel 1960, e una serie di difficolt&#224 finanziarie, legate anche all”onerosa acquisizione della Underwood e ai pesanti investimenti necessari per sostenere la Divisione Elettronica, creano per&#242 una difficile situazione finanziaria. La famiglia Olivetti, che anche dopo la quotazione in Borsa aveva mantenuto un saldo controllo dell”Azienda, nel 1964 apre il capitale a un gruppo di banche e imprese italiane. Nel 1965 Olivetti presenta sul mercato un calcolatore da tavolo innovativo, il P101, antesignano del personal computer. Ma la transizione all”elettronica, in anni di forte inflazione e alti tassi di interesse, diventa particolarmente onerosa: la crescente competizione internazionale accentua le difficolt&#224 e verso la fine degli anni ”70 la situazione finanziaria diventa critica.

Nel 1978 Carlo De Benedetti investe nell”Azienda assumendone la responsabilit&#224 operativa. Vengono lanciati la prima macchina per scrivere elettronica (Et 101 nel 1978) e il primo personal computer (M20 nel 1982). Nei corso degli anni ”80 Olivetti accelera il processo di crescita ricorrendo a numerose acquisizioni, e operazioni di venture capital tra le quali quella con l”americana AT&T (1983). All”inizio degli anni ”90. intuito il forte potenziale di sviluppo delle telecomunicazioni, la Olivetti costituisce con altri soci la Omnitel, con l”obiettivo di operare nella telefonia mobile. Nel 1995 crea Infostrada per operare nella telefonia fissa. Nella prima meta degli anni ”90, la Olivetti &#232 costretta a una drastica ristrutturazione. Nel 1996, sotto la guida di Roberto Colaninno, avvia una profonda trasformazione focalizzata sulle tlc.

Nel febbraio 1999, Olivetti e la controllata Tecnost annunciano l”Opa su Telecom Italia, conclusa poi con l”acquisizione di oltre il 52% per 31,5 mld di euro. Allo stesso tempo, Olivetti provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann. Nel luglio 2001 Bell si accorda con i gruppi Pirelli e Benetton per cedere il suo pacchetto di controllo del capitale Olivetti. L”operazione si perfeziona nel settembre 2001 e la Olimpia, partecipata da Pirelli, Edizione Holding (gruppo Benetton), Intesa-BCI e Unicredito, diviene il maggiore azionista di Olivetti con una quota di circa il 29%.

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