Tv digitale terrestre: per lo switch-off necessari 10 anni. Concordi Mediaset, Antitrust e Authority

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Dieci anni, anzich&#233 i tre previsti dalla legge 66/2001. Questo il termine presunto per lo switch-off, lo spegnimento delle trasmissioni televisive analogiche con il completo passaggio al digitale, sul quale si sono trovati d¿accordo ieri i presidenti dell¿Antitrust, Giuseppe Tesauro, dell¿Autorit&#224 per le garanzie nelle Comunicazioni, Enzo Cheli e il rappresentante di Mediaset, Aldo Bonomo, intervenuti a un convegno organizzato dalla Luiss a Roma sul tema ¿Concorrenza e pluralismo nella televisione digitale terrestre¿.

Bonomo ha spiegato che fissare il termine del 2006 &#232 una ¿velleit&#224¿, se non si tiene conto dei condizionamenti. Alla domanda ¿di quanto si dovrebbe spostare questo termine?¿, Bonomo ha risposto che sarebbe opportuno non fissare date, che poi vengono superate dalle inevitabili proroghe, ma un termine verosimile &#232 intorno al 2012-2013.

Termine che viene confermato dal garante Antitrust, Giuseppe Tesauro. Citando la previsione fatta da Bonomo, Tesauro ha detto che anche altri studi accreditati parlano di almeno dieci anni per arrivare al digitale terrestre: ¿Si potrebbe fare in due anni ¿ ha sottolineato -, tanto meglio: ma ci vogliono forti incentivi, misure di accompagnamento da parte dello Stato¿. In ogni caso, secondo Tesauro, &#232 importante la fase transitoria, il cosiddetto switch-over, specie se, come si prevede, questa non avr&#224 termine nel 2006.

Tesauro ha poi aggiunto che bisogna considerare il problema dei fornitori di contenuti, degli operatori di rete e delle concessionarie di pubblicit&#224, ¿perch&#233 &#232 da l&#236 che possono venire degli effetti perversi¿. Solo affrontando questi nodi, ha precisato Tesauro, ¿il digitale terrestre si potr&#224 aprire al gioco della concorrenza, solo cos&#236 il passaggio alla ¿stregoneria digitale¿ potr&#224 sviluppare il potenziale di concorrenza del mercato, eliminando le attuali barriere che rendono problematico l”ingresso e l”affermazione di nuovi concorrenti¿.

Enzo Cheli, Presidente dell¿Autorit&#224 per le Comunicazioni, ha invitato alla riflessione sui punti cardine della materia. ¿Quando si affronta un passaggio cos&#236 complesso, come la transizione dall¿analogico al digitale ¿ ha detto ¿ non si pu&#242 procedere causalmente, ma secondo una logica di lungo periodo¿. Cheli si &#232 poi soffermato sulla distinzione, operata dalla legge 66/2001, fra operatori di rete e fornitori di contenuti: ¿Questo aspetto ¿ ha affermato ¿ porta a valorizzare al massimo il diritto di accesso alle reti. Andr&#224 definito sul terreno giurisprudenziale il diritto degli operatori di rete di interconnettersi fra loro e dei fornitori di contenuti di avere accesso alle reti¿.

Al presidente dell¿Authority non piace l¿impostazione del Disegno di legge Gasparri, troppo orientato al futuro e poco al presente, cos&#236 come non piacciono le due differenti proposte di legge presentate dall¿opposizione, di cui una da Antonio Maccanico, ex ministro delle Telecomunicazioni e autore della legge 249/97 dalla quale ha avuto origine l¿Autorit&#224 di settore, presente anch¿egli al convegno. ¿Le proposte del centrosinistra ¿ ha specificato Cheli ¿ sono troppo orientate al presente. Non si pu&#242 costruire una legge di sistema tutta sul presente o sul futuro¿.

¿Ci vuole un grande sforzo da parte delle forze politiche per arrivare al mixaggio delle posizioni alternative e trovare punti di intesa sui principi di fondo¿, ha poi aggiunto il presidente dell¿Authority, affermando che ¿malgrado la rigidit&#224 del dibattito parlamentare nelle ultime settimane e l”intensit&#224 della polemica politica, su questi progetti io sono meno pessimista rispetto al passato sulla possibilit&#224 di arrivare a una soluzione ragionevole del problema. Il mio moderato ottimismo nasce dalla forza delle cose. In primo luogo la forza inarrestabile dell”innovazione tecnologica. In secondo luogo il peso crescente della normativa comunitaria sui casi nazionali¿. Questi due fattori, secondo Cheli, dovrebbero contribuire a risolvere lo scenario normativo per lo switch off. Soprattutto il fattore tecnologico, ¿a condizione ¿ ha concluso – che non esistano pregiudiziali politiche¿.

Prima di Cheli e Tesauro, l¿onorevole Antonio Maccanico aveva presentato alla platea la sua proposta di legge per ¿favorire il pluralismo, la concorrenza, l¿innovazione e la valorizzazione del territorio nel sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni¿. Una proposta che lo stesso Maccanico ha definito ¿audace¿ e che contiene l¿idea che il servizio pubblico sia affidato a una sola rete Rai ¿ finanziata dal canone – e a una rete privata. Le altre due reti Rai sarebbero invece finanziate con la pubblicit&#224. Secondo Maccanico, &#232 importante ¿passare al digitale senza la pesante eredit&#224 della mancanza di pluralismo¿.

Il dibattito, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore, Antonio Calabr&#242, che ha ricordato come la tv digitale terrestre pu&#242 consentire l¿ingresso nel mercato radiotelevisivo anche ai grandi gruppi editoriali, finora esclusi dal duopolio Rai-Mediaset, &#232 quindi proseguito con l¿intervento dell¿onorevole Carlo Rognoni. Rognoni ha ribadito le necessit&#224 di un ¿terzo polo¿ televisivo, finora escluso dalla forza preponderante delle due aziende leader, che ¿impedisce a qualsiasi altro soggetto di entrare sul mercato¿. Rognoni ha poi criticato il Ddl Gasparri, laddove concede la possibilit&#224 di vendere reti di trasmissione nazionali: ¿Avremmo un potenziamento del duopolio ¿ ha detto – dobbiamo perci&#242 fare un¿azione politica forte, fino a quando non saremo tornati a una normalit&#224 economica¿. Esprimendo il dubbio che il Ddl Gasparri sia stato concepito per salvare Rete 4 dalla sentenza della Corte Costituzionale, Rognoni ha affermato che questa legge ¿mette una pesante ipoteca sul futuro della tv digitale in Italia¿.

Il dibattito sul digitale terrestre si &#232 poi spostato dalle reti nazionali a quelle locali. Filippo Rebecchini, presidente della Federazione Radio Televisioni, ha espresso toni preoccupati per la transizione: ¿Le emittenti locali tremano per il digitale ¿ ha detto Rebecchini ¿ prima di tutto per i costi, ma anche perch&#233 sanno che dovranno contendersi tre posti per ciascuna regione¿.

Valter La Tona, Presidente dell¿Associazione Canali Tematici Italiani, ha affermato di rappresentare un settore per il quale in Italia non &#232 stato fatto nulla. ¿Il digitale terrestre sar&#224 la semplice continuazione della situazione attuale, o un nuovo mercato? I prodotti saranno i vecchi programmi Rai e Mediaset o nuovi prodotti con nuovi investimenti?¿.

Erik Lambert, Consulente Telecom Italia per il digitale terrestre, ha affrontato il tema della distinzione fra operatori di rete e fornitori di contenuti, sottolineando il fatto che ¿ secondo la normativa in vigore ¿ ¿i content provider possono appropriarsi di compiti che prima erano degli operatori¿, alludendo anche alla raccolta di pubblicit&#224, i cui spot sono spesso confezionati all¿interno degli stessi programmi. Secondo Lambert, l¿integrazione delle reti riveste una grande importanza nel passaggio dall¿analogico al digitale, cos&#236 come l¿interoperabilit&#224. Lambert ha poi concluso annunciando che ¿Telecom Italia &#232 molto interessata allo sviluppo della tv digitale terrestre, sia per la propria tv ¿La 7¿, sia come operatore di rete¿.

La posizione della Rai &#232 stata esposta da Luigi Rocchi, Direttore strategie e sviluppo business dell¿azienda radiotelevisiva. Rocchi ha ripercorso le tappe della tv digitale in Europa, partendo dal fallimento del modello a pagamento britannico, per arrivare all¿attuale successo di Freeview, con ¿60mila set top box venduti ogni mese¿. Rocchi ha poi citato i dati di una ricerca Datamonitor, secondo cui, entro il 2006, il 30% delle famiglie italiane sar&#224 in possesso di un set top box per la tv digitale terrestre. ¿La Rai ¿ ha concluso Rocchi ¿ vive la tv digitale terrestre come un servizio pubblico. Attualmente, la sperimentazione copre il 9,6% della popolazione, nelle zone di Torino, Roma e Palermo¿.

Ha concluso il convegno Gustavo Ghidini, Direttore dell¿Osservatorio di Propriet&#224 Intellettuale Concorrenza e Tlc della Luiss. ¿Bisogna guardare alla tv digitale terrestre con la prospettiva di allargare il mercato, anzich&#233 di ripartirlo¿ ha detto Ghidini. ¿Occorre esplorare la possibilit&#224 che la scelta sia una scelta per il digitale tout court, quindi non solo terrestre ma anche cavo e satellite, per fare entrare nuovi soggetti¿.

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