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Incontro, ieri al ministero delle Comunicazioni, tra il ministro Maurizio Gasparri e il nuovo Cda della Rai, i consiglieri Marcello Veneziani, Francesco Alberoni e Angelo Maria Petroni. Assente solo il consigliere Giorgio Rumi, che ha motivato con impegni precedentemente assunti. Al centro dell”evento, la nuova legge di riforma del sistema radiotelevisivo, il contratto di servizio e il codice di autoregolamentazione su tv e minori. Al termine di questa prima riunione, durata oltre un”ora, il ministro Gasparri si è detto “certo di un rapporto proficuo, corretto e laborioso con il nuovo Consiglio, presieduto da Lucia Annunziata”. Gasparri ha anche ringraziato il precedente Cda della Rai.
Ai giornalisti che lo incalzavano, Gasparri ha dichiarato che “…l” incontro si è incentrato sulle tematiche di competenza del ministero, a partire dai contenuti del Ddl in discussione in Parlamento, che riguarda anche la Rai, affrontando aspetti come quello del digitale terrestre e della privatizzazione. Si è parlato poi del contratto di servizio che contiene alcuni aspetti nuovi, come un maggiore spazio per i minori, la metodologia per la rilevazione della qualità e più attenzione alle regioni. Infine – ha concluso Gasparri – abbiamo parlato del codice di tutela dei minori, che ha anche un comitato di applicazione”.
La neopresidente della Rai, Lucia Annunziata, ha sottolineato: “Questo Consiglio, nato con la nuova formula del quattro più uno, ha cambiato natura: non essendo più bloccato in logiche di voto, è costruito intorno a una funzione di garanzia, che vuole esplorare fino in fondo. Intende dare il più possibile indicazioni di linee culturali, editoriali e anche industriali all”azienda. “Il nuovo Cda – come ha affermato Annunziata – non sarà ”imprigionato” in una logica di gestione. Non si voterà più sulla gestione, ma saranno individuati percorsi che mettano sul tavolo la natura delle questioni e degli interessi”, che questo Cda sarà di garanzia e non di gestione, ha spiegato che l”unico tema tra quelli affrontati dal ministro che è stato toccato anche dal Consiglio è quello che riguarda le nuove tecnologie. “Sulle tecnologie – ha detto Annunziata – bisogna fare un distinguo tra la bontà dal punto di vista tecnico e gli interessi che toccano la trasparenza. Questo è il percorso che a nostro avviso bisogna fare, ovvero separare la discussione tra questi due aspetti perché la Rai possa avere un approccio più trasparente ai futuri sviluppi tecnologici”.
Resta ancora aperta la nomina del direttore generale della Rai. Sarà il primo punto all”ordine del giorno del nuovo consiglio d”amministrazione che si riunirà martedì in sessione ordinaria, dopo la convocazione straordinaria dei giorni scorsi. La scelta non si presenta facile. Per la poltrona di direttore generale si fanno i nomi di Stefano Parisi, direttore generale di Confindustria, di Giancarlo Leone e di Mauro Masi. Spunta infine l”ipotesi di un manager esterno, proveniente dall”ex universo delle Partecipazioni statali, che ha partecipato alle ristrutturazioni delle grande aziende di Stato. Un uomo, insomma, che sappia continuare il lavoro avviato dal suo predecessore Saccà per il pareggio di bilancio. Infine, non è da escludersi una ricandidatura dello stesso Saccà.
Intanto, la maggioranza sta lavorando a una norma da inserire nel disegno di legge Gasparri contro le trasmissioni televisive sportive che inducono i giovani alla violenza negli stadi. Durante la discussione in commissione Cultura, diversi deputati hanno sollevato infatti il problema di trasmissioni che esacerbano gli animi. Il presidente della commissione, Ferdinando Adornato, ha suggerito alla relatrice del Ddl Gasparri di riordino del sistema televisivo, Giovanna Bianchi Clerici (Lega) di “inserire nel capitolo riguardante la tutela dei minori, una qualche norma riguardante le trasmissioni sportive, norma che finora manca”.
Contrario all”iniziativa della maggioranza il diessino Giovanni Lolli: “Rischiamo di fare una legge di censura. L”unica violenza che c”è in queste trasmissioni – ha osservato Lolli – è quella contro la sintassi italiana. Il problema di fondo è che manca una cultura sportiva nel nostro paese: la sconfitta non viene ammessa. Certamente, anche certe trasmissioni contribuiscono a aumentare questa sub-cultura, ma non è solo loro la colpa, e soprattutto è difficile che la censura possa avere effetti positivi””. Il Ddl Gasparri tornerà all”esame dell”aula da martedì della prossima settimana.