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Gli attivisti contro la Guerra in Iraq hanno da tempo lanciato un campagna per il boicottaggio delle multinazionali americane. I bersagli più colpiti: le compagnie petrolifere, McDonald, Revlon e Coca Cola. Ma nel mirino dei pacifisti anche nomi ¿nuovi¿ come Dell, IBM e Motorola, simboli dell¿hi-tech made in USA.
In molti casi, inoltre, si va ben oltre il semplice boicottaggio: il mese scorso una bomba è stata disinnescata davanti alla sede della IBM a Bologna e polizia ha riferito che l¿episodio potrebbe essere collegato proprio alle proteste contro la guerra.
¿Sono episodi a cui guardiamo con molta apprensione ¿ dice Norman Sandler di Motorola ¿ anche se è una cosa che va avanti da molto tempo (¿). Come multinazionale, siamo consci della nostra posizione. Per ciò cerchiamo sempre di operare rapportandoci, dove è possibile, alle realtà nazionali e regionali. Ma il problema è sempre che la nostra sede si trova negli Stati Uniti¿.
Alcune aziende sono prese di mira per il loro impegno nella ricerca per la difesa, altre perché fanno affari con Israele. Molte però, diventano un bersaglio semplicemente perché simbolo dell¿economia americana.
¿Il solo modo per comunicare con gli Stati Uniti, è colpire i suoi business più importanti¿, si legge sul sito dell¿International Group for Direct Economic Action against the war organizzazione (I.D.E.A.: http://www.boycottwar.net/). Il sito fornisce informazioni sulle compagnie da boicottare ¿ anche britanniche – su dove e come colpirle.
¿Ci troviamo di fronte alla più grande sfida mai lanciata dall¿estero contro i marchi americani, da 30 anni a questa parte¿, dice Christopher Lochhead, CEO della società di consulting Lochhead Corporation. ¿I media non fanno che sottolineare che quella contro l¿Iraq è una guerra basata sulla tecnologia e ciò rende le aziende hi-tech molto vulnerabili. In effetti gli Stati Uniti sono avvantaggiati dal punto di vista dell¿Information Technology e questo non fa che peggiorare la situazione delle compagnie americane¿.
Gli esperti di marketing e branding sostengono che questo tipo di campagne non hanno effetti sull¿economia delle società, ma avvertono comunque le aziende di agire con molta cautela nei confronti delle proteste. Lockhead suggerisce alle compagnie di agire in modo ¿glocale¿, ovvero creando un business globale ben integrato alla cultura e ai valori economici e sociali delle realtà locali.
L¿incidente alla IBM italiana ha fatto aumentare le preoccupazioni legate ai sentimenti anti-americani emersi soprattutto dopo l¿11 settembre, ma ¿ assicura Lockhead ¿ le aziende non stanno sottovalutando il problema.