Italia
Sarà capitato a molti di ricevere la bolletta del telefono e rendersi conto che la cifra da pagare è eccessivamente salata: ebbene, la Corte di Cassazione ha stabilito che nel caso di contestazione la Telecom deve fornire i tabulati delle chiamate e non procedere alla disattivazione del servizio.
Il caso a cui si fa riferimento è quello di una hostess romana a cui era stato staccato il telefono per morosità, dal momento che la signora non aveva pagato una bolletta che superava di quasi il doppio il solito importo bimestrale. Cosa doppiamente strana perché nel periodo contestato la signora era all¿estero e non aveva potuto certo effettuare tutte le telefonate che la Telecom cercava di addebitarle. Dopo i controlli di routine, però, la Telecom ha lo stesso sospeso il servizio per morosità, senza fornire ¿ come stabilisce la legge – i tabulati delle chiamate.
La Corte ha quindi dato ragione all¿utente affermando che la registrazione del contatore non ¿integra in sé la prova legale, ma forma piena dei fatti e delle cose rappresentate solo se colui contro il quale le risultanze sono indicate ne disconosce la conformità ai fatti. A fronte della contestazione dell” utente della bolletta telefonica, la Telecom, in virtù anche di quanto disposto dal ministero delle comunicazioni e con apposita circolare, era tenuta a produrre i tabulati, ai fini di far conoscere all” attrice i numeri chiamati dalla relativa utenza ed in difetto a sospendere l”eventuale dichiarazione di morosità e le conseguenti disattivazioni della linea¿.
Alla stessa conclusione era giunta anche la Corte Suprema che, il 9 aprile scorso, aveva affermato che nel caso di contestazione da parte dell”utente del buon funzionamento del contatore, spetta all”ente gestore fornire la prova della regolarità dei conti e che l”utente può esonerarsi dal pagamento qualora dimostri l”esistenza di circostanze univoche che facciano presumere una utilizzazione esterna della linea.
Attenti anche alle voci della bolletta relative alle connessioni Internet: pare, infatti, che molte volte vengano addebitati servizi a pagamento (lotto, superenalotto, servizi a luci rosse) mai richiesti dagli utenti. E¿ quanto denuncia l¿ Adiconsum delle Marche, ipotizzando il reato di truffa informatica a carico di ignoti.
Molti utenti hanno infatti segnalato di aver ricevuto bollette che superavano di molto i soliti importi per un traffico telefonico ¿atipico e abnorme¿, causato, come appurato dai tabulati, da connessioni di circa 20 secondi l¿una a un numero ¿709¿ (quello, appunto, dei servizi Internet a pagamento).
La circostanza, spiega l¿Adiconsum, è piuttosto sospetta, perché è molto improbabile che chi si connette a un servizio a pagamento possa accedervi in maniera soddisfacente per soli venti secondi.
Per questo l” associazione dei consumatori crede che la connessione avvenga automaticamente mediante l” installazione di programmi cosiddetti ”dialer”, software che si autoinstallano e sono capaci di cambiare le caratteristiche della connessione a Internet, dirottando la chiamata dal proprio provider a un numero 709. Cosa di cui l¿utente si rende conto soltanto quando riceve la bolletta.