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Diventa sempre più dura la guerra tra le major discografiche e gli internauti che scaricano musica da Internet gratis, con il sistema del file-sharing, come avveniva con Napster, e come si fa adesso sui siti come Kazaa o Morpheus.
Ma la possibilità di avere musica direttamente dalla Rete, è ormai una realtà e una comodità a cui la maggior parte degli utenti non vuole rinunciare.
Cosa che hanno capito anche le case discografiche, che stanno tentando di adeguarsi a questa nuova esigenza, con l¿idea di poter anche arginare il fenomeno della pirateria.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa le principali case discografiche stanno addirittura studiando lo sviluppo e la sperimentazione di un software in grado di sabotare sia i server che propongono musica illegale, sia i computer sui quali viene scaricata, oltre a rallentare la velocità dei collegamenti Internet.
Il programma potrebbe essere nascosto all¿interno di un file musicale inserito nella lista di quelli proposti illegalmente sul Web.
Addirittura nei giorni scorsi alcune case discografiche erano riuscite a inviare un messaggio a milioni di internauti che scambiano musica sulla Rete in cui si leggeva: ¿Quando non rispettate la legge, rischiate una condanna legale. C”e un solo modo per evitare questo rischio: NON RUBATE LA MUSICA¿.
Non è detto, comunque, che il metodo, sicuramente poco ortodosso oltre che illegale, funzioni. In ogni caso pare ormai chiaro che le case discografiche hanno dichiarato guerra ai pirati, e useranno qualsiasi mezzo per sconfiggerli.
La RIAA (Recording Industry Association of America) ha recentemente vinto un ricorso inoltrato nei mesi scorsi contro, Verizon (Operatore di telefonia fissa), per obbligarla a rivelare l”identità di un suo cliente, accusato di avere scaricato da Internet circa un milione di canzoni.
Successivamente alcune tra le più importanti università americane, sui cui server gli studenti spesso nascondevano migliaia di file musicali per poi distribuirli, hanno cominciato a ripulirli.
La scorsa settimana, quattro studenti che gestivano un server, denunciati dalle major per pirateria, hanno in particolare accettato di pagare risarcimenti tra i 12.000 e i 17.000 dollari oltre a porre un termine alla loro attività.
Steve Jobs presidente di Apple, ha da poco avviato un business interessante per la distribuzione della musica on line.
Il Gruppo ha lanciato un servizio che consente al costo di 99 centesimi di dollaro di scaricare una canzone, o per 9,99 dollari il compact, poco più della metà del prezzo di un cd negli Stati Uniti.
Per usufruire del servizio, occorre una carta di credito emessa negli Usa, oltre a un computer di marca Apple, almeno per il momento.
Una versione Pc dovrebbe essere pronta entro l¿anno. L”Itunes Music Store è un vero e proprio negozio virtuale con circa 200.000 canzoni, provenienti dai cataloghi di tutte e cinque le major. Dopo avere pagato, si scaricano le canzoni esattamente come da uno dei siti illegali, e c”è poi la possibilità di masterizzare cd, di condividere la musica con altri due computer, di copiarla sui lettori portatili.
Jobs ha spiegato che i negoziati con le major sono stati lunghi e difficili, soprattutto per ottenere la possibilità, per i clienti del Music Store, di fare copie legali della musica acquistata.
Il presidente di Apple non lo ha spiegato, ma per le major si tratterebbe più che altro di un test, dal cui risultato dipenderà il futuro della musica on line.