Italia
Si è trasformata in una occasione di dibattito sull¿attuale stato del sistema televisivo italiano la presentazione, avvenuta ieri a Roma, dell¿ultima fatica di Enrico Menduni, professore universitario e consigliere Rai dal 1986 al 1993. Il volume, dal titolo ¿Televisione e società italiana, 1975-2000¿ (Studi Bompiani), ripercorre la storia recente della tv, dalla fine del monopolio Rai all¿odierno duopolio con Mediaset.
Che il dibattito si spostasse sul piano politico era fin troppo prevedibile. D¿altra parte, il libro chiama in causa più volte la politica e l¿autore in un passaggio delle conclusioni dice: ¿Sarebbe una prova di lungimiranza che la politica nel suo complesso facesse un passo indietro rispetto a un”occupazione pratica e simbolica della televisione, che ha ormai interamente una dimensione politica: la Rai per la sua natura pubblica, Mediaset per coincidenza tra proprietà e guida del governo nazionale, la 7 per l”influenza dell”esecutivo sulla controllante¿.
Durante l¿incontro, organizzato dall¿Isimm, insieme all¿autore ne hanno discusso protagonisti della televisione di ieri e di oggi.
Il presidente dell¿Isimm, Enrico Manca, ex presidente della Rai, ha affermato che l”attuale crisi dell¿azienda radiotelevisiva italiana viene da lontano, da elementi oggettivi come l”ingresso della televisione commerciale nell”informazione e, per certi versi, anche in seguito al mutamento del sistema elettorale. Poi la crisi degli ascolti aggravatasi negli anni ”90, in concomitanza con i cambi gestionali e i mutamenti legislativi. Ora la situazione sembra precipitare. Come uscire
dall”impasse? Secondo Manca la risposta sta ¿nell”accentuare il carattere di servizio pubblico della Rai¿.
Tra i relatori anche il senatore Claudio Petruccioli, Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, che ha posto l¿accento sul conflitto di interessi del capo del governo e ha invitato a ricordato le differenti opinioni circolanti riguardo la privatizzazione della Rai.
Massimo Fichera, ex consigliere Rai negli anni ¿80, ha sottolineato la dura battaglia combattuta nei decenni scorsi dalla televisione europea contro quella americana e la nascita dell¿Uer (Unione europea radiotelevisioni), criticando poi l¿attuale degrado dei programmi dell¿emittente di Stato e concludendo con una frase dell¿economista Galbraith: ¿Dove c¿è squallore pubblico e opulenza privata non c¿è civiltà¿.
Luigi Zanda, ex consigliere Rai dimessosi nello scorso novembre, ha ripercorso le vicende tormentate del consiglio d” amministrazione di cui faceva parte. Tirando subito in ballo il problema del conflitto di interesse. ¿Dal duopolio siamo passati a un monopolio proprietario – ha detto Zanda. – Bisogna smettere di considerare il conflitto di interessi un discorso politico. In tutto il mondo occidentale è una figura giuridica. Cosa direbbe il centrodestra se Fassino o Rutelli fossero proprietari di tre reti e governassero il Paese?¿. Zanda ha elencato quelli che considera i mali della Rai: ¿L”azienda è in uno stato rovinoso. La qualità è ridotta e i programmi sono poverissimi; crescono gli appalti esterni. Gli ascolti sono in flessione continua. Non esiste alcun piano editoriale¿.
Secondo il senatore Giorgio Bogi, il ¿meccanismo concorrenziale ha prodotto un abbassamento del livello di qualità, fino alla degenerazione della reality tv¿. Per Bogi il sistema televisivo italiano è sottofinanziato e a impedire di agire in termini tempestivi è la politica, una politica insufficiente a farsi carico di queste esigenze.
Gina Nieri, consigliere di amministrazione di Mediaset, premettendo di essere fuori dal gioco degli schieramenti, ha ricordato l¿uso politico della Rai durante l¿ultimo governo di centrosinistra. Nel suo intervento, la Nieri ha poi spostato il discorso sul prossimo lancio della tv digitale terrestre: ¿Sono sicura ¿ ha detto ¿ che entro fine anno saremo in onda con 1 o 2 multiplex digitali¿. Ricordando che a settembre verrà avviata la sperimentazione di questo sistema nella zona di Varese, Nieri ha detto di attendersi per il 2006 che l¿80% degli utenti sarà dotato di set-top-box per la ricezione digitale.
Emilio Rossi, presidente del Comitato per la difesa dei minori, ha affermato con forza il concetto che non si devono fare solo più programmi di qualità ma che la qualità deve estendersi a tutta la programmazione.
Conclusioni affidate a Enrico Menduni, il quale ha spiegato che la difficoltà maggiore incontrata nel libro è stata quella di farlo breve e sintetico, a dispetto dell¿ampio arco di tempo che abbraccia. Ricordando il fattivo contributo all¿opera offerto dal lavoro di Franco Monteleone, Menduni ha sottolineato come la televisione italiana soffra di nanismo rispetto ai colossi europei e americani e quanto sia forte il rischio di una fagocitazione da parte di soggetti stranieri, che prendano ¿i pezzi migliori¿ del nostro sistema radiotelevisivo. Rispetto a questo rischio, Menduni ha affermato che occorre attrezzarsi ¿per essere più intelligenti¿, e forse anche lungimiranti.
Nel libro, Menduni afferma che ¿compito proprio di una vera classe dirigente, è quello di guidare il nostro Paese, la sua cultura, le aziende italiane, nella convergenza multimediale di una società globalizzata. Questo processo avverrà comunque, con o senza la classe politica italiana, ma a condizioni meno favorevoli per il Paese, perdendo del tempo, mancando delle occasioni¿.