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Campagna elettorale a rischio per l¿attuale presidente Usa George Bush.
Si tratta della prossima messa in onda di un documentario ¿Fahrenheit 911¿, girato da Michael Moore, che accusa il presidente di aver mantenuto rapporti con la famiglia di Osama Bin Laden, anche dopo l¿attentato terroristico alle Torri Gemelle dell¿11 settembre 2001.
Moore è anche il regista del documentario premio Oscar “Bowling for Columbine”, in cui si denunciava il dilagare del traffico di armi negli Stati Uniti.
Moore sostiene la tesi che il capo di Al Qaeda si sarebbe arricchito grazie ai rapporti stabiliti con il presidente e suo padre.
Il film si snoda intorno alle vicende che hanno riguardato gli States dall¿11 settembre in poi.
¿Nel nuovo film – ha rivelato Moore – voglio mostrare quanto l”amministrazione Bush abbia utilizzato questo evento tragico per promuovere il proprio programma¿.
La denuncia più grave del regista riguarda il padre di George Bush, l¿ex presidente Usa Bush senior: ¿Ha mantenuto rapporti con la famiglia Bin Laden fino a due mesi dopo l”11 settembre¿, accusa Moore.
Il documentario, che utilizza grafici per dimostrare quanto gli americani siano poco popolari all”estero, sarà distribuito durante la prossima campagna elettorale per le presidenziali americane.
Il regista è noto per le sue esternazioni fortemente critiche verso Bush: durante la notte degli Oscar lo definì un ¿presidente fittizio, un uomo che ci manda e ci porta in guerra per ragioni fittizie¿ e concluse il suo discorso urlando alla platea del Kodak Theatre: ¿Vergogna, vergogna, anche il Papa è contro, Bush sei finito!¿.
Il film sarà finanziato dal Gruppo americano di media Disney, che ha investito diversi milioni di dollari per coprire i costi di produzione.
La società realizzerà l¿operazione attraverso la Miramax, che parteciperà al progetto con un finanziamento temporaneo e a basso rischio.
L”intervento di Miramax/Disney nella produzione di un regista considerato per scomodo a Hollywood lascia sconcertati gli osservatori, tanto più perché è giunto nel momento stesso in cui uno dei maggiori finanziatori di ¿Fahreneit 911¿, la Icon di proprietà dell¿attore Mel Gibson, ha rinunciato per timore delle polemiche che il film avrebbe sollevato e che di certo solleverà.