Italia
Dati incoraggianti per quanto riguarda il numero degli accessi Internet in Italia.
In base ad una recente ricerca del Censis ¿Cittadini digitali¿, sarebbero 14 milioni gli internauti italiani, contro i 9,4 milioni del 2000. In tre anni il popolo italiano di Internet è cresciuto del 49%.
A livello nazionale, la prima regione che registra il più alto numero di internauti, è la Lombardia con il 36,3% di internauti sopra i 18 anni, al secondo posto c¿è il Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige) con il 36,2%, il Lazio è al terzo con il 35%, la Campania al quarto con il 33,5%, Piemonte, Valle d¿Aosta e Liguria al quinto con il 32,4%, e la Toscana al sesto con il 31,9%.
Le altre regioni riportano percentuali al di sotto della media. Dall¿analisi dei dati emerge che la diffusione di Internet è maggiore nelle aree del nord d¿Italia (34,8%) e minima in quelle del meridione (28,1%).
Ancora maggiore la differenza, se consideriamo le fasce di età degli utenti Internet. I surfisti fra i 18 e i 20 anni sono il 68,1%, mentre fra i ventenni (21-30 anni) si scende al 54,8%, nella classe d¿età 36-40 gli internauti sono il 38,9%, fino agli utenti quarantenni fra i quali gli utenti sono poco al di sopra della media con il 37,5.
Dati non incoraggianti, invece, per quel che riguarda l¿uso delle soluzioni tecnologiche disponibili, integrabili con un uso evoluto del Web. Gli italiani si mostrano molto prudenti, soprattutto quando si tratta di effettuare pagamenti dalla Rete.
L¿utilizzo di carte di credito cresce fra gli utenti del Web con un massimo del 66% per gli ultraquarantenni rispetto ad un valore medio del 50% che scende invece al 29% fra chi non naviga in Rete.
Rispetto alle tecnologie, dunque, permane un atteggiamento ambivalente.
¿Per migliorare la qualità della vita, per l¿efficienza della PA, per la competitività del Paese ¿ ha sottolineato Giuseppe Roma presidente del Censis ¿ gli italiani hanno capito che servono le tecnologie. Eppure per ottenere risultati effettivi bisogna rompere il loro muro diffidenza verso la smaterializzazione delle transazioni, prima fra tutte quelle che implicano il passaggio di denaro¿.
