Investimenti in Ict fermi nel I trimestre 2003. L¿allarme arriva dai dati del rapporto Assinform

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Battuta d¿arresto per il mercato dell”Ict in Italia. La conferma viene dal consueto rapporto presentato oggi dall¿Assiform (Associazione italiana produttori tecnologie per l¿informazione e la comunicazione). Il 2002 ha segnato la fine di un importante ciclo espansivo, mentre il primo trimestre del 2003 conferma l”arresto degli investimenti, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni.

L”intero mercato dell”Ict &#232 calato dello 0,5% l”anno scorso, contro il +8,3% del 2001 e il +12,8% del 2000, anni in cui il settore era in netta crescita. La piccola impresa ha investito in informatica 3.805 mln di euro (-5,2% sul 2001), la media impresa 4.650 mln e la grande 10.761 mln (-0,8%).

A livello disaggregato, le tlc tengono meglio dell”informatica, che ha registrato una flessione del 2,2% mentre le telecomunicazioni hanno guadagnato un modesto +0,4%, grazie alla crescita dei servizi internet su rete mobile.

¿L”andamento del primo trimestre conferma l”arresto di un”espansione che ha caratterizzato l”ultimo decennio in Italia¿, ha affermato Giulio Koch, presidente di Assinform, durante la presentazione.

All¿incontro, tenutosi a Milano presso il palazzo della Borsa, ha partecipato anche il ministro per l¿Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca, secondo il quale all”Italia serve una presa di coscienza generale e diffusa che l”Ict &#232 fattore essenziale e trainante per migliorare la produttivit&#224 delle imprese e, di conseguenza, le stesse performance dell”intero sistema economico nazionale e la sua competitivit&#224.

Stanca ha ricordato che ¿il nostro Paese si &#232 ”distratto” dopo la bolla speculativa di tre anni fa, quando il Nasdaq aveva toccato il suo massimo storico, anche perch&#233 l”innovazione non anima n&#233 le piazze n&#233 i salotti televisivi¿. Il ministro ha poi stigmatizzato le caratteristiche positive dell”Ict, definendola ¿la quinta rivoluzione industriale¿, che ha innescato un”onda lunga che continua ad essere cavalcata. Ma ha anche ricordato che ¿in tutte le rivoluzioni tecnologiche, dal vapore alla ferrovia, dall”energia elettrica e chimica sino all”automobile, abbiamo assistito al paradosso della produttivit&#224, i cui effetti positivi non sono immediatamente visibili a livello macroeconomico¿.

Stanca ha poi affermato che ¿&#232 fondamentale ridurre l”attuale gap culturale, dato che gli investimenti in Ict incidono ormai fra il 40 e il 50% sugli aumenti di produttivit&#224¿, mentre ¿le aziende italiane continuano a soffrire di un deficit di innovazione che pesa sulla competitivit&#224 del Paese. Tanto che il 70% delle nostre aziende non ha adottato applicazioni in rete perch&#233 le ritiene ”inutili” e l”Italia &#232 al penultimo posto in Europa nell”adozione del commercio elettronico¿.

In questo scenario, ha sottolineato Stanca, si pone la necessit&#224 di un intervento governativo, importante ma non risolutivo. Stanca ha ricordato di aver firmato recentemente con il ministro dell¿Industria Marzano un protocollo per un intervento strutturale per l”innovazione nelle imprese, soprattutto quelle medie e piccole, mediante sostegni permanenti nel tempo, di facile accesso e focalizzati sull”innovazione.

La presentazione del presidente dell¿Assinform Giulio Koch

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