Italia
Carlo De Benedetti, presidente della Cir, in una scottante intervista rilasciata al quotidiano francese ¿Le Monde¿, ha dichiarato che il premier Silvio Berlusconi ottenne il definitivo sostegno del governo per i suoi interessi televisivi, in cambio dell’offerta nel 1985 di comprare il conglomerato alimentare Sme dall’Iri, che sbarrò la strada all’acquisto da parte della Cir.
Immediata la reazione del Gruppo Fininvest, che in una nota definisce ¿calunnie¿ le dichiarazioni a riguardo.
De Benedetti ha detto che chiederà un risarcimento miliardario al tribunale di Milano, il quale deve giudicare Berlusconi, Cesare Previti e altri imputati, accusati di avere corrotto i magistrati che nel 1986 bocciarono la vendita di Sme a Cir.
De Benedetti ha detto a ¿Le Monde¿ che ¿Dalle manovre per bloccare la vendita di Sme… la Fininvest ha tratto un enorme vantaggio: quello di aver ottenuto il sostegno assoluto del primo ministro Bettino Craxi per far regolarizzare le proprie televisioni¿.
Ma dalla Fininvest ribattono ¿Nella sua intervista a ‘Le Monde’ l’ingegner De Benedetti non fa altro che affidarsi agli insulti, alle calunnie, alle ovvietà travestite da clamorose dichiarazioni”.
¿Per arrivare a negare l’evidente persecuzione giudiziaria nei confronti del fondatore della Fininvest, finge di ignorare che se i fatti oggetto dei procedimenti giudiziari in questione risalgono a un periodo in cui Silvio Berlusconi ‘non era che un uomo d’affari’, le indagini e i processi sono iniziati dopo il suo ingresso in politica”, aggiunge il Gruppo.
Il presidente della Cir, ha scritto che dopo l’adozione del decreto del 1985 con cui il governo autorizzava la trasmissione delle reti Fininvest su tutto il territorio nazionale, il Gruppo di Berlusconi ¿aveva bisogno di una legalizzazione e di una regolamentazione definitiva che le avrebbe permesso di fare informazione”.
“Dalle parole dell’ingegner De Benedetti traspare tutta la contrarietà per aver visto sfumare – anche grazie all’intervento della cordata Iar (guidata allora da Silvio Berlusconi, ndr) – quello che sarebbe stato per lui l’affare della vita, ma un danno multimiliardario (in euro) per le casse dello Stato”, risponde il Gruppo nella nota.
Intanto il titolo di Mediaset non sembra risentire delle dichiarazioni di De Benedetti. Alla Borsa di Milano il titolo del Gruppo è in rialzo dell’1,28% a 7,84 euro a fronte di uno stoxx che vede un +1,17% e un Mib in leggera progressione (+0,34%). Scambiato il 48,5% rispetto alla media quotidiana degli ultimi trenta giorni.
“La conferma degli obiettivi della raccolta pubblicitaria per il primo semestre rafforza il titolo” dice un’analista che vuole restare anonima. “Poi c’è la partita legata a KirchMedia e quella è ancora tutta da vedere anche se è vero che ora potrebbe ricavare un buon prezzo” continua.
l’ad del gruppo televisivo Giuliano Adreani a margine dell’assemblea annuale dell’Upa, l’associazione che riunisce i maggiori investitori in pubblicità italiani, ha dichiarato che il primo semestre di Mediaset sarà positivo dal punto di vista dei ricavi pubblicitari e la società spera in un forte recupero nella seconda metà dell’anno anche perché il mercato dà segni di ripresa.
“Faremo un primo semestre buono e poi speriamo di recuperare molto nella seconda parte dell’anno” ha detto Adreani per cui la raccolta pubblicitaria sta andando “assolutamente secondo le attese”.
Per Adreani “il mercato sta leggermente riprendendosi. Maggio e giugno sono stati due mesi positivi e ci lasciano sperare in un proseguo positivo” dice l’ad di Mediaset anche se “la ripresa è molto lenta”.
Mediaset ha chiuso il primo trimestre con un utile ante imposte a livello consolidato di 191,1 milioni di euro contro i 180,6 del trimestre di riferimento.
Nel 2002 la raccolta pubblicitaria del gruppo era salita dello 0,4% a 2,43 miliardi di euro.