Italia
Il Ministro della Giustizia Roberto Castelli ha dichiarato di non essere a conoscenza dell¿indagine per frode fiscale che riguarderebbe il premier Silvio Berlusconi.
Secondo la stampa di venerdì Berlusconi sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati, nell¿ambito dell¿inchiesta Mediaset della Procura di Milano che riguarda la compravendita di diritti cinematografici acquistati da due società off-shore della Fininvest (Century One e Universal One), e poi rivenduti a Mediaset.
Il nome del Presidente del Consiglio, sempre secondo queste indiscrezioni, sarebbe contenuto nella richiesta di rogatoria negli Stati Uniti, inviata nei giorni scorsi dai pubblici ministeri milanesi Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, titolari dell”inchiesta, al Ministero della Giustizia.
Sono, infatti, i dirigenti del ministero, come prevede il trattato di collaborazione giudiziaria sottoscritto tra Italia e Stati Uniti, che dopo aver visionato la documentazione devono trasmetterla per decreto alle Autorità americane.
Insieme a Berlusconi, tra gli indagati ci sarebbero anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il banchiere Paolo Del Bue, presidente della Armer Bank di Lugano, accusato di riciclaggio per 103 miliardi di vecchie lire prelevati in contanti dal ”92 al ”94 dai conti esteri di Universal One e Century One.
Ma anche l¿ex responsabile della Fininvest svizzera Candia Camaggi e Giorgio Vanoni, ex dirigente del comparto estero Fininvest e l”avvocato inglese David Mills.
Il Guardasigilli Castelli ha, pewrò, dichiarato di non aver ricevuto alcuna documentazione in merito a questa inchiesta. In ogni caso, ha detto il ministro, farà quanto possibile per agevolare il lavoro della magistratura, che definisce “indipendente e autonoma”.
Castelli a margine del vertice della Lega Nord che si è tenuto a Milano, ha detto ai cronisti che ¿La magistratura è autonoma e indipendente e quindi non conosco questa vicenda giudiziaria“, aggiungendo che ¿Il ministero farà tutto quello che deve fare per agevolare il corso della giustizia”.
Il ministro ha anche spiegato che: ¿Per quanto riguarda le rogatorie in generale, devo dire che finora ho sempre dato corso alle richieste che ho ricevuto, cercando per quanto possibile di agevolare il corso della giustizia”, ha aggiunto il Guardasigilli.
Secondo le disposizioni normative il ministro avrebbe 30 giorni di tempo per decidere se dar corso alla rogatoria o respingerla ai sensi dell¿art.727 del codice di procedura penale, qualora ritenesse che in qualche modo ¿possano essere compromessi la sicurezza o altri interessi essenziali dello Stato”.
Castelli, comunque, ha detto ai cronisti che al momento non vede condizioni per respingere la rogatoria, in ogni caso, ha aggiunto ¿¿attendo di vedere la documentazione”.
L”avvocato e deputato di Forza Italia Niccolò Ghedini ha già dichiarato ad alcune agenzie di stampa di non avere “alcun riscontro” né di aver ricevuto “nessun atto ufficiale”, aggiungendo che “non è una bella cosa che i diretti interessati vengano a sapere le cose dai giornali e non dagli atti ufficiali”.
In merito alla vicenda, è intervenuto anche Carlo Fucci, segretario dell¿ANM (Associazione Nazionale Magistrati).
¿Allucinante che ogni volta che c”è un accertamento sul premier nella veste di imprenditore, si gridi alla persecuzione – ha dichiarato Fucci, aggiungendo – Al di là delle coincidenze temporali che possono prestarsi a giudizi critici nei confronti di atti giudiziari devo rilevare che le iscrizioni nel registro degli indagati sono atti dovuti che comportano garanzie per le stesse persone iscritte¿.