Mondo
Bertelsmann, società di media tedesca che controlla la major BMG, sta preparando un ricorso presso il tribunale federale di New York perché venga rigettata la causa da 17 miliardi di dollari intentata da EMI e Universal Music Group.
Le due case discografiche hanno trascinato in tribunale l¿azienda tedesca che avrebbe avuto ingenti ritorni economici dal sostegno economico a Napster – il famoso sito di file sharing ormai oscurato dopo una lunga battaglia legale ¿ cagionando enormi danni alle case discografiche e agli artisti.
Secondo l¿accusa Bertelsmann avrebbe investito più di 85 milioni di dollari in Napster, per mantenere on line un servizio in aperta violazione del diritto d¿autore e delle disposizioni normative in materia. Il gigante dei media tedesco avrebbe inoltre fatto il doppio gioco poiché, mentre la controllata BMG si allineava alla concorrenza nella battaglia contro i siti peer-to-peer (P2P), la sua casa-madre Bertelsmann tesseva trattative segrete per prendere il controllo di Napster. Secondo la Universal, il sito deve a Bertelsmann e al suo sostegno finanziario, la possibilità d¿aver potuto sopravvivere per altri mesi, dopo una prima sentenza sfavorevole nel luglio del 2000.
Ma Bertlesmann si difende, definendo l¿accusa ¿inconsistente¿ e dichiarando che la stessa Universal Music avrebbe tentato più volte di acquistare il sito incriminato, tirandosi indietro perché il prezzo da pagare era considerato troppo alto.
La legge sul diritto d¿autore attualmente in vigore negli Stati Uniti, prevede che i querelanti possano chiedere un risarcimento di 150.000 dollari per ciascuna opera illegalmente copiata. Da qui la richiesta di 17 miliardi di dollari, che corrispondono a circa la metà delle entrate dell¿industria musicale, in un anno precedente all¿esplosione dei siti di download P2P.