Italia
La diffusione delle reti banda larga è fondamentale per lo sviluppo delle telecomunicazioni europee, ma molti sono ancora i nodi da sciogliere perché l¿accesso a Internet ad alta velocità diventi una tecnologia veramente accessibile a tutti.
Stesso discorso per tutti i sistemi di comunicazione di nuova generazione, che vanno dall¿UMTS alle reti W-LAN, alla multimedialità, allo sviluppo della TV digitale terrestre.
Per questo motivo l¿Italia, nell¿ambito del semestre di presidenza Ue, solleciterà la redazione di un documento in relazione al nuovo quadro regolamentare su argomenti quali: lo sviluppo dei servizi offerti attraverso la larga banda, anche in relazione agli investimenti fatti dagli operatori; le eventuali difficoltà di questi ultimi nel gestire i programmi di diffusione e sviluppo delle infrastrutture e dei servizi; la creazione di standard di interoperabilità tra piattaforme diverse; la gestione dei diritti sulle reti digitali (Digital Right Management); l¿accessibilità dei contenuti e lo sviluppo e diffusione dell¿uso dei servizi di eGovernment.
Al centro dell¿interesse della politica italiana in ambito comunitario, anche il tema della sicurezza delle reti informatiche. La delicatezza della situazione imporrebbe infatti la creazione di un meccanismo capace di garantire risposte unisone ed efficaci alle minacce alla sicurezza, mentre attualmente gli stati membri si trovano in fasi e livelli di intervento assai diversi.
¿Tutto ciò ¿ si legge nel comunicato del ministero – nuoce all¿interoperabilità impedendo un uso adeguato dei prodotti e servizi di sicurezza.
A tale proposito, entro il 2004 dovrebbe entrare in funzione l¿agenzia europea contro il cybercrime, che svolgerà un ruolo consultivo riguardo temi di grande attualità, quali la pirateria informatica, gli attacchi di virus ed eventuali minacce alle reti d¿informazione e si occuperà della formulazione di linee guida pan-europee. L¿obiettivo è quello di creare un ¿punto di riferimento¿ per le forze di polizia internazionali, capace di coordinare e velocizzare le operazioni, spesso bloccate dalle lungaggini burocratiche dei diversi Paesi.
I costi della task force ¿ composta da 30 unità tra cyber esperti ed esperti distaccati inviati dagli Stati membri, reclutati sia nel settore pubblico che privato – dovrebbero aggirarsi intorno ai 24 milioni di euro in cinque anni.
Restando sempre nell¿ambito della sicurezza delle reti, l¿Italia si è fatta anche promotrice del primo Codice di autoregolamentazione che filtrasse l¿accesso dei minori a internet con l¿intento di consentire un accesso ¿sano¿ dei minori alla Rete, un utilizzo di internet al riparo da contatti violenti, volgari e, piaga tristemente diffusa, pedo-pornografici.
Il Comitato europeo ¿Safer Internet Action Plan Programme Committee¿, sulla base della segnalazione italiana e di numerose richieste da parte degli altri Stati per un coordinamento di iniziative transnazionali in merito, ha promosso la redazione di analoghi codici presso tutti gli Stati membri.