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La major Universal Music (Gruppo Vivendi Universal) ha annunciato che ridurrà dal 25% al 30% il prezzo di vendita dei propri Cd, a partire dal primo ottobre.
La campagna partirà dagli Stati Uniti, dove l¿industria discografica è in crisi e combatte da tempo una guerra contro la pirateria digitale.
In un comunicato la casa discografica ha spiegato che il prezzo di vendita al dettaglio sarà fissato a 12,98 dollari, praticamente su tutta la gamma di Cd.
I tagli riguarderanno anche le cassette, il cui prezzo dovrebbe scendere a 9 dollari.
Attualmente il prezzo consigliato di un Cd oscilla tra i 16, 98 e i 18,98 dollari più le tasse, ma non di rado i negozi praticano sconti del 20%, soprattutto sulle novità.
La decisione della compagnia riguarda anche le numerose etichette controllate dal Gruppo Vivendi Universal, tra cui Decca, Deutsche Grammophon, Interscope Geffen A&M Records, Island e Philips.
I tagli giungono all”indomani della pubblicazione dello studio di Forrester Research nel quale si prevede che il mercato dei Cd è destinato al declino in seguito all”esplosione dei servizi di download a pagamento dei brani musicali.
L¿obiettivo di questa nuova politica dei prezzi è quello di ¿riportare nei negozi di Cd gli appassionati di musica e aumentare le vendite¿, si legge nella nota del Gruppo.
Secondo i dati diffusi dall”IFPI (International Federation Phonographic Industry) – della quale fanno parte le cinque major (Universal, Warner Music, EMI, BMG e Sony Music) e gli editori indipendenti – nel 2002 sono stati venduti più di un miliardo di Cd falsi.
Si tratta di un business del mercato illegale di circa 4,6 miliardi di dollari per il 2002, considerando anche le cassette.
Lo scorso anno, il numero di Cd taroccati ha per la prima volta superato il miliardo di copie, un incremento del 14% l¿anno.
In tre anni le vendite di CD pirata sono raddoppiate e le cifre non tengono ancora conto dello scaricamento illegale di file musicali dalla Rete, secondo il sistema del file-sharing.
L¿industria discografica ¿ quella legale ¿ ha visto una riduzione delle vendite del 7% a 32 miliardi di dollari, su un volume di 3 miliardi di CD venduti.
L¿IFPI prevede un ulteriore calo delle vendite del 5-8% per quest¿anno.
In sintesi, un Cd su quattro venduti nel mondo nel 2002 proviene dal mercato parallelo, quello illegale.