Italia
di Giancarlo Livraghi
Esperto in Comunicazione
GANDALF
Come è universalmente noto la televisione è il ¿mezzo dominante¿. Altrettanto nota è l¿estesa, e per molti aspetti anomala, diffusione della telefonia cellulare in Italia ¿ ma è interessante rilevare che si tratta di un uso meno frequente e tutt¿altro che omogeneo. Per quattro degli strumenti considerati (telefonia mobile, computer, internet e televisione satellitare) si tratta di sviluppi relativamente recenti. Per gli altri l¿evoluzione ha un percorso molto più lungo, con tendenze e comportamenti radicati nel tempo che si modificano poco nel corso degli anni. Come vedremo, per ciascuno dei mezzi e strumenti, nelle pagine che seguono.
Un fatto fondamentale (come già rilevato nel primo rapporto del Censis) è la differenza fra ¿abbienti¿ e ¿non abbienti¿ di informazione e comunicazione. Non solo il divario per cui circa metà della popolazione italiana si trova in uno stato di ¿indigenza¿ colturale, ma anche una gamma di comportamenti che segna differenze molto forti fra i più ¿poveri¿ (quasi privi di strumenti oltre alla televisione e al telefono) e i più ¿ricchi¿ che non solo hanno un ¿menu¿ molto esteso di risorse, ma soffrono anche per un sovraccarico di informazione e di comunicazione. Non solo ci sono enormi differenze fra diversi paesi e parti del mondo (e l¿Italia ha una tradizionale debolezza nella lettura rispetto ad altri paesi, non solo in Europa) ma anche all¿interno del nostro paese c¿è un preoccupante e irrisolto divario non solo dal punto di vista delle disponibilità economiche ma anche da quello, non meno importante, delle risorse culturali.
Il secondo rapporto del Censis sulla comunicazione in Italia è stato pubblicato nel marzo 2003 (in base a una ricerca svolta nel 2002). Mi è stato chiesto di scrivere un capitolo di quel libro ¿ e il Censis mi ha gentilmente autorizzato a pubblicarlo anche qui.
Oltre ad analizzare alcuni dei dati più rilevanti della ricerca Censis, in questo lavoro ho cercato di collocarli in una prospettiva storica (in base a semplici dati quantitativi, che tuttavia non è stato facile raccogliere e analizzare) e anche, in una piccola appendice, di raccogliere alcuni elementi di confronto internazionale. Data la lunghezza del testo, mi sembra opportuno dividere la versione online in sette parti.
1. Il paradosso dell¿abbondanza
2. L¿evoluzione nel tempo
3. La televisione e la radio
4. La stampa e i libri
5. La telefonia (cellulare e non)
6. Il computer e l¿internet
7. Appendice: alcuni confronti internazionali
Questo secondo studio del Censis, come il primo che uscì nel 2001, mette a fuoco un tema di grande rilievo per la cultura e la società civile: la ricchezza o povertà di informazione e di comunicazione. In Italia, come in tutto il mondo, la ¿ricchezza¿ non è misurabile solo in termini economici. Se non è tollerabile che gran parte dell¿umanità sia priva dei mezzi fondamentali di sostentamento, o di un¿adeguata cura della salute, non è meno grave la mancanza di informazione, di libertà di opinione e di comunicazione.
Il problema è di enorme importanza su scala mondiale. Ma ci sono differenze rilevanti anche all¿interno di ogni nazione ¿ come vediamo con chiara evidenza nel caso dell¿Italia. C¿è chi soffre di scarsità di informazione e di comunicazione ¿ e chi ne ha troppa. I due fenomeni non sono separati, ma si mescolano e si fondono in un quadro complesso.