Italia
La Camera ha approvato ieri, 16 ottobre 2003, il testo relativo all¿accesso a internet a favore dei disabili, con un compromesso sugli standard tecnologici.
Nello scorso gennaio, ad Anno Europeo del Disabile appena avviato, la campagna lanciata da Puntoit e Key4biz.it ha creato una forte sensibilizzazione di opinione pubblica a sostegno della proposta di legge Campa-Palmieri sull¿accessibilità ad internet a favore dei disabili.
Alla campagna hanno aderito nel corso di poche settimane alcuni tra i più importanti soggetti dell¿ICT: Anfov, Anuit, Assinform, Associazione Italiana Internet Providers (AIIP), Comitato Parlamentari per l”Innovazione Tecnologica (COPIT), Beltel, Cisco System Italia, Cosis, Edisontel, Eds Italia, Easynet Italia, Federcomin, Fedoweb, Forum P.A., Fondazione Ugo Bordoni, I.Net, International Webmaster Association (IWA), Interactive, Isimm, Microsoft Italia, Maurizio Costanzo, Oracle Italia, Postecom, Seat-Pagine Gialle, Virgilio.it, Società Internet, Smau, Tiscali, Yahoo!, Yousable.
Nel corso di questi mesi, si è evidenziata la necessità di un testo di legge che faccia esplicito riferimento all¿adozione di standard tecnologici internazionali.
Il testo approvato ieri dalla Camera introduce solo un riferimento generico a standard tecnologici internazionali, escludendo quindi una chiara indicazione sugli standard di riferimento europei.
Alla Camera la spaccatura è stata evidente.
Segnaliamo, tra le osservazioni in Aula, quelle dell¿On. Beatrice Maria Magnolfi (¿Non c”è da inventare quasi niente se non il lavoro fatto dal consorzio W3C, riconosciuto dall”Unione europea e del quale fa parte peraltro il Governo italiano, che ha emanato le linee guida per l”accessibilità ed è impegnato ad aggiornarle costantemente, come abbiamo sentito nel corso della audizione in Commissione¿) e quelle dell¿On. Giorgio Panattoni (¿Vorrei richiamare in questa sede il problema dell”interoperabilità. Stiamo molto attenti che gli standard italiani coincidano con quelli europei. Il motivo è semplicissimo. È evidente che quello di Internet non è un mondo nazionale e che, quindi, è necessario che gli standard siano standard internazionali. Ne esiste uno di riferimento e non riesco a comprendere perché, non nella legge ma nell”ordine del giorno, non si accetti un riferimento che aggiunge valore, non che toglie o limita l”azione del Governo, aggiunge particolare attenzione ad uno standard che, oggi, tutti riconoscono come standard di riferimento. Prego, quindi, il Governo di riconsiderare l”opportunità di far compiere un ulteriore passo avanti a questo provvedimento e di recepire quello che noi riteniamo essere un valore particolarmente rilevante¿).
Altra sorpresa, il testo finale non prevede le necessarie risorse finanziarie e questo sarà naturalmente un problema.
Sono ragioni che potrebbero pesare nel passaggio al Senato.