Sky non sosterrà il cinema italiano. Panico tra i produttori indipendenti

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Per il cinema italiano &#232 una vera tragedia. I produttori indipendenti non sono ancora riusciti a riprendersi dal terremoto provocato dall¿arrivo del magnate australiano Rupert Murdoch sul mercato nazionale della Pay TV.

Il tycoon, infatti, non vuole concedere alla settima arte lo stesso spazio che gli aveva dato TelePi&#249, ex filiale del Gruppo CanalPlus, che &#232 ormai entrata nel suo portafoglio.

La Pay TV di propriet&#224 dei francesi, rappresentava fino alla scorso anno la vacca da latte dei produttori cinematografici.

Sky Tv, la nuova piattaforma del Gruppo News Corporation, nata dalla fusione tra Stream e TelePi&#249, &#232 oggi l¿unico operatore sul mercato della televisione a pagamento in Italia, questo gli permette di poter fare il bello e il cattivo tempo.

In effetti, la societ&#224 di Murdoch sta rinegoziando al ribasso i contratti pluriennali che Stream e TelePi&#249 avevano siglato a loro tempo con le grandi major hollywoodiane e i distributori nazionali.

Dal punto di vista tecnico, la maggior parte di questi accordi sono ancora validi: quello con la Warner scade del 2007, quello con gli altri studios nel 2005 o 2006. Ma ¿&#232 cambiata la distribuzione¿, spiega David Bouchier, direttore generale prodotto a Sky Italia, visto l¿aumentato numero dei canali dedicati al cinema nel nuovo bouquet.

Gi&#224 nel team Sky in Gran Bretagna, Bouchier, avvocato, esperto di acquisizioni di film, &#232 l¿uomo che pi&#249 di tutti si &#232 occupato di organizzare il palinsesto degli oltre 100 canali (divisi in quattro diversi pacchetti).

Precisa che ¿¿da quando i contratti sono stati firmati a oggi, la larga diffusione di VHS e DVD ha profondamente modificato il mercato dei film premium, questo ha determinato nuove esigenze e soprattutto creato margini per realizzare dei risparmi¿.

Sky Italia spende annualmente centinaia di milioni di euro per il cinema. Secondo alcune fonti vicine alla societ&#224, il Gruppo avrebbe gi&#224 ridotto del 50% le sue tariffe per l¿acquisto di film di seconda visione. E chiesto alle major di fare altrettanto con il loro catalogo di film.

Prima che fosse rilevata dalla News Corp, TelePi&#249 era direttamente coinvolta nella produzione italiana. Nell¿ambito di un accordo ministeriale, la piattaforma si era impegnata a versare all¿industria cinematografica 60 milioni di euro l¿anno.

¿Eravamo dietro la produzione di circa l¿80% dei film italiani¿, conferma un ex dirigente della filiale di CanalPlus.

Tradizione, questa, che Sky Italia vuole rompere.

Certo, la nuova Pay TV si &#232 impegnata a contribuire con 50 milioni di euro l¿anno alla distribuzione italiana, ma non parteciper&#224 pi&#249 alla loro produzione a priori.

¿Noi siamo pronti a sostenere l¿industria italiana comprando i suoi film, ma la nostra vocazione non &#232 fare la produzione. Noi siamo dei distributori. A ciascuno il suo mestiere¿, ha spiegato David Bouchier.

Sky comprer&#224 questi film dopo la loro uscita nei cinema, secondo una tariffa proporzionale alle entrate registrate.

Niente garantisce, quindi, che questi film siano di produzione nazionale.

¿Quello che ci interessa – dice ancora Bouchier ¿ sono i film dei box-office, non solo italiani¿.

La posizione di Sky ha inevitabilmente creato grosse inquietudini tra i produttori indipendenti.

¿Noi eravamo abituati con TelePi&#249 ad avere un sostegno continuo¿, spiega Donatella Palermo, una produttrice indipendente legata all¿Associazione API (Autori e Produttori Italiani).

¿Con questo nuovo sistema, in cui regna il box-office, noi ci sentiamo orfani¿.

I produttori hanno gi&#224 chiesto un incontro con il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri al fine di rivedere il quadro legale che regola le relazioni tra cinema e Pay TV.

Raffaella Natale

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