Forum Aeranti-Corallo sulla DTT: l´intervento del Ministro Gasparri

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Intervento del Ministro delle Comunicazioni on. Maurizio Gasparri al Forum AERANTI -CORALLO sulla televisione digitale terrestre (Roma, 28 ottobre 2003)

La ¿rivoluzione digitale¿ &#232 un processo di trasformazione iniziato intorno alla met&#224 del novecento, con la costruzione dei primi elaboratori, che ha assunto dimensione sempre crescenti e che poi si &#232 esteso a tutti i settori della comunicazione, affermandosi come la vera rivoluzione industriale degli anni novanta.

A questa innovazione tecnologica non si &#232 sottratto il sistema radiotelevisivo, dove la digitalizzazione delle reti di trasmissione ha inizialmenteinvestito il settore del satellite e del cavo ed ora &#232 matura per estendersi alle reti televisive terrestri.

Oggi non siano ancora in grado di prevedere con esattezza dove ci porter&#224 l¿introduzione delle nuove tecnologie. Ma il ruolo del Governo italiano, cos&#236 come quello di molti Paesi d¿Europa, &#232 quello di seguire con attenzione questi fenomeni e di guidarli affinch&#233 producano benefici per la societ&#224 sotto tutti i punti di vista.

Tra le strategie che il Governo italiano sta portando avanti, l¿introduzione della televisione digitale terrestre gioca un ruolo di primo piano, anche perch&#233, come indicano studi europei di fresca attualit&#224 -ne abbiamo discusso proprio in questi giorni a Cernobbio nell¿ambito della Conferenza ministeriale europea dedicata a questo argomento -, la televisione digitale terrestre rientra tra le tecnologie che realizzano l¿accesso multipiattaforma alla larga banda ed ampliano le possibilit&#224 di scelta dei cittadini, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Piano d¿Azione eEurope 2005.

La televisione digitale terrestre, come tutti noi sappiamo,rappresenta il momento di convergenza tra la televisione, l¿informatica e le telecomunicazioni e rende l¿apparecchio televisivo uno strumento efficace e comodo per sviluppare servizi interattivi, che si aggiungono alla tradizionale funzione di fruizione dei programmi. In Italia, come anche in Europa, la televisione analogica ha un altissimo tasso di penetrazione, raggiungendo il 98% delle famiglie e rappresenta, con il suo mercato pubblicitario, una componente trainante delle economie nazionali . Al contempo, il programma eEurope che punta a coinvolgere tutti i cittadini nella Societ&#224 dell¿Informazione, incontra una formidabile barriera nel basso tasso di penetrazione del PC rispetto alla totalit&#224 della popolazione, determinando la potenziale esclusione di larghe fasce della popolazione. Nel sistema digitale terrestre, il televisore potr&#224 configurarsi come un terminale universale per l¿accesso alla Societ&#224 dell¿Informazione e per la riduzione del digital divide.

Altri vantaggi riguardano il potenziamento del servizio televisivo in termini di quantit&#224 e qualit&#224, e l¿avvio di una progressiva sostituzione degli attuali mezzi analogici di trasmissione e ricezione televisiva con una nuova generazione di mezzi digitali. La diffusione digitale terrestre offre, inoltre, una potenzialit&#224 superiore a quella del cavo e del satellite per le emittenti che vogliono continuare a diffondere programmi in chiaro presso una elevatissima percentuale di famiglie e quindi, perseguire anche attraverso la tecnologia digitale, quegli obiettivi di servizio universale che hanno da sempre caratterizzato la televisione come strumento di comunicazione di massa.

Oltre al positivo impatto derivante all¿economia dalla messa in moto di un importante processo di investimenti da parte degli operatori del settore e di spesa da parte degli utenti, la televisione digitale terrestre rappresenta un passaggio fondamentale nell¿ottimizzazione dell¿uso dello spettro radioelettrico e nel processo di alfabetizzazione della societ&#224.

Si tratta di un processo di trasformazione che non investe solo l¿Italia ma &#232 in corso nella maggior parte dei Paesi dell¿Unione europea. Il dato che &#232 emerso dalla recente Conferenza ministeriale europea, dove si sono confrontate le esperienze in atto nei vari Paesi, &#232 che ci troviamo di fronte ad un processo che non &#232 una semplice trasformazione tecnologica, ma riveste implicazioni di carattere sociale, economico e culturale: insomma una sfida di grandi proporzioni per i Governi che la devono guidare.

Se tutti hanno sottolineato i vantaggi dell¿innovazione tecnologica ¿ nascita di nuovi servizi, opportunit&#224 di crescita del settore audiovisivo, rafforzamento del grado del pluralismo informativo ¿ dall¿altro &#232 emersa la consapevolezza delle difficolt&#224 legate al periodo della transizione.

La sfida principale &#232 quella della ricezione da parte degli utenti, la cui realizzazione &#232 il presupposto per la fine delle trasmissioni analogiche. La maggior parte delle famiglie, infatti, al momento dello switch-off dovr&#224 essere dotata dei decodificatori digitali, per evitare il rischio che il processo tecnologico finisca per creare nuove fratture sociali.

Un altro aspetto critico della transizione &#232 rappresentato dalla scarsit&#224 di frequenze, che sar&#224 resa pi&#249 acuta dalla necessit&#224 di assicurare la continuazione delle trasmissioni analogiche parallelamente allo sviluppo delle nuove trasmissioni digitali: sar&#224 importante continuare ad offrire al pubblico i programmi di cui gi&#224 usufruiscono, ma anche una nuova gamma di servizi televisivi ed interattivi, senza creare discriminazioni ed offrendo a ciascuno pari opportunit&#224.

La Commissione europea, che ha gi&#224 emanato due recenti comunicazioni in tema di digitale terrestre ¿ una sul periodo di transizione dall¿analogico al digitale e una sulle barriere che ancora di frappongono all¿accesso alle piattaforme a larga banda ¿ ha manifestato l¿intenzione di monitorare questo processo che ormai si &#232 avviato in tutta Europa, anche per assicurare che gli interventi di sostengo che gli Stati porranno in essere siano conformi ai principi comunitari di libera concorrenza. Per raggiungere questo obiettivo ha inviato tutti gli Stati membri a rendere note, entro la fine dell¿anno le proprie strategie di transizione, con l¿obiettivo di stimolare il pi&#249 possibile la transizione rapida ai sistemi di radiodiffusione in tecnica digitale, cercando di minimizzare gli svantaggi del breve periodo legati alla necessit&#224 di operare una modernizzazione tecnica a tutti i livelli.

Riguardo alle strategie di migrazione dalla tecnologia analogica a quella digitale l¿Italia si &#232 gi&#224 dotata di norme miranti a realizzare una transizione in tempi rapidi, senza penalizzare l¿utenza e coinvolgendo tutti gli attori del sistema in un ambito di piena trasparenza e cooperazione.

Per quanto riguarda le date previste per lo switch-off, l¿Italia &#232 stata il primo Paese a porsi come obiettivo, con la legge n. 66 del 2001 , il completamento della transizione al digitale entro una data precisa – il 31 dicembre 2006 ¿ notevolmente ravvicinata in rapporto alla complessit&#224 del processo di trasformazione . Questa data &#232 stata confermata dal disegno di legge sull¿assetto del sistema radiotelevisivo, il cui iter di approvazione si dovrebbe concludere nel prossimo mese di novembre. In questa legge il processo di trasformazione viene accelerato e favorito anche attraverso la definizione di una disciplina transitoria che stabilisce le tappe intermedie per lo sviluppo della nuova tecnologia ed agevola la diffusione presso le famiglie italiane dei nuovi apparati di ricezione.

Essa, quindi, definisce il percorso che la legge del 2001, limitandosi a fissare la data della fine delle trasmissioni analogiche , non aveva indicato e lo fa con una precisa temporizzazione e stabilendo il programma attraverso il quale si attua la graduale conversione alla nuova tecnica. Sono, infatti , previsti: gi&#224 all¿atto di approvazione della legge una fase di avvio della nuova tecnica trasmissiva con la coesistenza del sistema analogico e del sistema digitale, una temporizzazione precisa ¿ a partire dal 1° gennaio 2004 – degli obblighi di copertura dei multiplex affidati alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, l¿obbligo per tutti gli altri operatori che intendono ottenere la licenza di operatore di rete di raggiungere una copertura non inferiore al 50 per cento della popolazione o del bacino locale, gli incentivi alla diffusione dei set topo box per la ricezione dei programmi in digitale.

Precedentemente al disegno di legge citato, erano state gi&#224 definite le azioni necessarie a consentire l¿avvio della sperimentazione, fase particolarmente critica stante il notevole tasso di occupazione dello spettro, che ha richiesto il ricorso a misure particolari, quali, ad esempio, quella fissata dalla legge 66 del 2001 , che consente il trading delle frequenze televisive a condizione che l¿acquirente le utilizzi per la sperimentazione del digitale. Una misura che viene riconfermata dal disegno di legge in discussione.

Sulla base della legge 66 l¿Autorit&#224 per le garanzie nelle comunicazioni, che ha attivamente collaborato al percorso regolamentare necessario per pervenire alla chiusura delle trasmissioni televisive analogiche, ha approvato il regolamento n. 435 del 2001 con cui sono stati definiti gli aspetti essenziali, poi ripresi dalla nuova legge di sistema, del passaggio dal regime analogico al regime digitale.

Un asse portante del regolamento &#232 la distinzione tra operatori di rete e fornitori di contenuti. Infatti, mentre nella televisione analogica le emittenti sono integrate in linea verticale e svolgono con il medesimo titolo abilitativo tutte le attivit&#224 inerenti gli impianti e quelle relative alla produzione e distribuzione dei programmi, cosa che li obbliga a sopportare costi elevati, nella televisione digitale agiscono operatori specializzati che si concentrano su specifici punti di forza e possono cos&#236 ridurre i costi.

Quindi nella televisione digitale terrestre si avranno barriere all¿ingresso pi&#249 basse di quelle esistenti con i seguenti risultati:

  • Un pi&#249 ampio numero di operatori potr&#224 entrare nel mercato televisivo con attivit&#224 non marginali e quelli gi&#224 esistenti avranno possibilit&#224 di crescita;
  • Ai consumatori verr&#224 fornita una pi&#249 ampia variet&#224 di programmi e di servizi interattivi;
  • L¿incrocio di programmi e servizi interattivi agevoler&#224 l¿integrazione con altri settori della comunicazione, in primo luogo dell¿editoria e delle telecomunicazioni, creando nuove opportunit&#224 di crescita.

Quindi, con la ripartizione delle attivit&#224 in pi&#249 segmenti, che peraltro risulta in linea con le direttive europee in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica che l¿Italia ha gi&#224 recepito nel nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche, si superano i problemi consolidati dal sistema televisivo italiano quali il denso affollamento delle frequenze, la scarsit&#224 di operatori a forte solidit&#224 finanziaria, il basso rapporto oggi esistente tra spese di comunicazione e prodotto interno lordo.

Tornando al disegno di legge sull¿assetto del sistema radiotelevisivo, vorrei sottolineare come in molti punti della riforma si sia tenuto conto della specificit&#224 dell¿emittenza locale nel sistema italiano, nella consapevolezza che nel passaggio al digitale essa non va ridimensionata ma supportata da nuove possibilit&#224 di crescita.

Infatti, una apposita disciplina permette alle emittenti locali di espandersi attraverso l¿ampliamento dell¿area di trasmissione, fino a sei bacini anche non contigui e di aumentare le proprie risorse economiche attraverso un incremento dei tetti pubblicitari dal 20 al 25 per cento orario, per quanto riguarda gli spot, e dal 35 al 40 per cento giornaliero per quanto riguarda le altre forme pubblicitarie. Senza contare la possibilit&#224 che , raggiungendo una copertura del 50 per cento della popolazione, esse possono trasformarsi in emittenti nazionali. Ma anche a livello di principi generali, all¿emittenza locale viene riconosciuto un ruolo peculiare nel nuovo sistema della comunicazione. Ad essa, infatti, &#232 affidato il ruolo di valorizzare e promuovere le culture regionali e locali, nel quadro dell¿unit&#224 politica, culturale e linguistica del Paese e la stessa viene ampiamente tutelata mediante la riserva di un terzo della capacit&#224 trasmissiva derivante dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive in tecnica digitale. Infine, anche in ambito locale &#232 prevista la ripartizione tra la figura dell¿operatore di rete e la figura del fornitore di contenuti, consentendo cos&#236 pari opportunit&#224 a tutti coloro che vorranno, avendone i requisiti, continuare a svolgere anche nella televisione digitale terrestre il ruolo sia di fornitore di programmi che di carrier.

La legge di riforma riconosce, inoltre, all¿emittenza locale la possibilit&#224 di trasmettere programmi o messaggi pubblicitari differenziati nelle diverse aree territoriali del bacino di utenza di propria competenza , estendendo tale facolt&#224 , nella fase a regime della televisione digitale terrestre, a coloro che opereranno come fornitori di contenuti in ambito locale. Questo consentir&#224 all¿emittenza locale di realizzare una forte sinergia con le amministrazioni locali, di cui potr&#224 distribuire servizi e contenuti interattivi utili al cittadini , rafforzando il legame dell¿emittenza locale con le realt&#224 territoriali.

Quindi norme mediante le quali le emittenti locali, che costituiscono un patrimonio culturale ed informativo per il Paese, potranno espandersi ed affermarsi anche nel nuovo ambiente digitale.

E veniamo ai dati sulle sperimentazioni in corso. Voglio sottolineare con piacere che gi&#224 numerose emittenti televisive locali hanno richiesto ed ottenuto dal Ministero il rilascio dell¿abilitazione per la sperimentazione delle trasmissioni televisive digitali previste dalla legge n. 66 e dal regolamento dell¿Autorit&#224 per le garanzie nelle comunicazioni n. 435 del 2001, e molto sono in fase di istruttoria essendo recentemente pervenute. Questo vuol dire che l¿interesse per il digitale terrestre &#232 diffuso presso l¿emittenza locale, la quale vuole essere protagonista di questa nuova stagione che ci accingiamo a percorrere.

Un altro dato da cui si evince l¿interesse delle emittenti locali per le nuove tecnologie &#232 l¿alto numero di domande pervenute nel 2003, per l¿erogazione delle misure di sostegno finalizzate all¿ammodernamento degli apparati di diffusione televisiva, previsti dal decreto n. 407 del 2001. Infatti, per la prima volta quest¿anno sono state presentate domande per un importo complessivo superiore alle somma annuale stanziata, invertendo la tendenza che aveva caratterizzato i primi due anni di applicazione della normativa. Questo dimostra che l¿evoluzione tecnologica &#232 un processo che merita di essere incentivato e guidato affinch&#233 possa produrre benefici effetti sull¿economia.

Che il Governo voglia assegnare all¿emittenza locale un ruolo di protagonista nella nuova tecnologia digitale terrestre, &#232 dimostrato anche dall¿aver voluto incrementare, con la finanziaria 2004, di ulteriori dieci milioni di euro il finanziamento istituito per le emittenti radiotelevisive locali dal decreto n. 378 del 1999.

Come Governo possiamo dunque affermare di aver creduto nell¿emittenza locale, come dimostrano i numerosi provvedimenti assunti dall¿estate del 2001 ad oggi: lo sblocco delle procedure di erogazione dei contributi ed il costante aumento dello stanziamento riservato alle emittenti locali, i contributi destinati all¿ l¿ammodernamento degli impianti e alle emittenti radiofoniche locali, i codici di autoregolamentazione sulle televendite e sul rapporto tra tv e minori che insieme abbiamo voluto adottare per far crescere la fiducia dei cittadini verso le emittenti radiotelevisive, la recente riforma della legge sulla par condicio.

Oggi ci sembra giusto credere, e lo abbiamo dimostrato inserendo a pieno titolo l¿emittenza locale nella legge di riforma del sistema radiotelevisivo, che le emittenti locali avranno la capacit&#224 e la voglia di continuare la loro attivit&#224, con impegno e correttezza, anche nel nuovo contesto tecnologico della televisione digitale terrestre e che sapranno accettare la sfida del rinnovamento traghettando nel domani i valori culturali, formativi ed informativi locali che l¿hanno sempre caratterizzata.

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