Bertelsmann: in calo utili e fatturato. Intanto la famiglia Mohn continua a far cadere le teste dei dirigenti

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Europa



Si intensificano le agitazioni alla testa del gigante tedesco dei media Bertelsmann, all¿indomani delle dimissioni del presidente del Consiglio di sorveglianza, Gerd Schulte-Hillen, che ha sbattuto la porta in faccia al Gruppo, dopo mesi di conflitti interni con famiglia Mohn e l”amministratore delegato Gunter Thielen.

Secondo indiscrezioni di stampa, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la ventilata fusione tra le case discografiche di Bertelsmann e Sony.

Dopo 34 anni di servizio per il Gruppo tedesco, Gerd Schulte-Hillen si &#232 dimesso. Lascer&#224 ufficialmente il suo incarico il prossimo dicembre e, ha dichiarato la societ&#224 in una nota, sar&#224 sostituito provvisoriamente da un altro membro del Consiglio di sorveglianza, Dieter Vogel.

¿Mi spiace veramente per la situazione che ha spinto Gerd Schulte-Hillen a prendere questa decisione¿, ha dichiarato Gunter Thielen, senza per&#242 rivelare i reali motivi di fondo, fedele alla tradizione del Gruppo che esige la massima sui problemi interni.

Bertelsmann, in una nota, si &#232 limitata a precisare che Schulte-Hillen ha gettato la spugna ¿per alcune divergenze riguardanti la gestione dell¿azienda¿.

Si tratterebbe in ogni modo di alcune problematiche che contrappongono l¿uomo alla famiglia Mohn, da quando questa ha ripreso le redini del Gruppo nell¿estate 2002.

Gi&#224 nel marzo scorso, alcuni quotidiani tedeschi avevano riportato alcune indiscrezioni secondo le quali Schulte-Hillen era sul punto di abbandonare la nave. Ma il presidente allora aveva fermamente smentito.

Adesso per&#242 la situazione &#232 precipitata, specie da quando si &#232 intrapreso il progetto di fusione della divisione musicale BMG con la giapponese Sony Music, rivelato dal Wall Street Journal il 6 novembre scorso.

Il presidente del Consiglio di sorveglianza si sarebbe opposto a questa operazione.

Gerd Schulte-Hillen &#232 stato il solo membro del Consiglio di sorveglianza a votare contro il progetto.

La sua uscita di scena, dovrebbe facilitare il proseguimento del piano di fusione, che deve creare la seconda major discografica a livello mondiale, dietro la Universal Music.

Le due case discografiche devono ancora ricevere l¿ok da parte delle Autorit&#224 antitrust europee e americane.

Il progetto di fusione non ha fatto altro che mettere in rilevo le profonde divergenze esistenti tra il presidente del Consiglio di sorveglianza da una parte, e Gunther Thielen e soprattutto la famiglia Mohn, che controlla pi&#249 dell¿80% di Bertelsmann, dall¿altra.

Nell¿ottobre del 2000, Schulte-Hillen &#232 stato messo a capo del Consiglio di sorveglianza e della vicepresidenza della Fondazione Bertelsmann (Bertelsmann Stiftung).

Ma gi&#224 dal febbraio successivo, erano emerse delle difficolt&#224 con la famiglia Mohn.

Gerd Schulte-Hillen in questi ultimi mesi si era pi&#249 volte rivolto a Der Spiegel per denunciare i tentativi del patriarca Reinhard Mohn e dalla sua compagna, Liz Mohn (soprannominata Frau Bertelsmann, ndr) di controllare tutte le decisioni strategiche del Gruppo.

Questa irruzione negli affari della societ&#224 non era piaciuta al presidente, che aveva dichiarato alla rivista tedesca che il crescente controllo del maggior azionista, non avrebbe fatto crescere gli utili del Gruppo.

Il cambio di mano era gi&#224 emerso l¿estate scorsa con le dimissioni forzate del carismatico presidente Thomas Middelhoff, che aveva commesso lo sbaglio, agli occhi dei Mohn, di voler eccessivamente investire sul mercato statunitense e in Internet, ma soprattutto di aver tentato di convincerli a quotare in Borsa una parte del capitale della loro societ&#224.

Le dimissioni di Schulte-Hillen arrivano all¿indomani della pubblicazione, dei dati finanziari del terzo trimestre.

Il Gruppo media tedesco, che sta perdendo lo 0,59%, ha chiuso i primi nove mesi del 2003 con un utile e un fatturato in flessione, a fronte di un margine operativo lordo in progresso.

L¿utile &#232 di 20 milioni di euro, contro una perdita di 367 milioni di euro dello scorso anno. Nello stesso periodo il fatturato &#232 sceso del 7,1% a 3,9 miliardi di euro.

Il giro d”affari, secondo i dati resi noti oggi dalla societ&#224, &#232 calato da 12,991 a 11,733 miliardi di euro, l”utile lordo &#232 crollato da 1,379 miliardi a 553 milioni e il margine operativo &#232 aumentato da 291 a 435 milioni.

Pi&#249 che raddoppiato, da 711 milioni a 1,45 miliardi, l”indebitamento netto.
Per l”intero 2003 la societ&#224 tedesca prevede un margine operativo lordo superiore a quello del 2002.

Il Gruppo non ha fornito il breakdown dei risultati per ciascuna divisione, ma la fonte di maggiori ricavi &#232 tradizionalmente legata alle attivit&#224 televisive, che fanno capo alla controllata RTL Group.

Raffaella Natale

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