Europa
L’e-commerce gode oggi di ottima salute, su questo gli esperti sembrano essere d’accordo, ma ciò nonostante, diversi ostacoli di natura giuridica impediscono alle imprese di sviluppare le loro attività di commercio elettronico.
Internet e il diritto, insomma, un problema che ritorna, perché forse mai effettivamente risolto, anche se ormai un assunto è certo: la Rete non opera nel vuoto normativo.
Secondo un’inchiesta della Commissione europea, il 30% delle imprese dichiarano oggi di aver incontrato problemi di tipo legale nello sviluppo della loro attività di commercio online.
Partendo dal presupposto che la maggior parte delle direttive che fissano il quadro normativo dell’e-commerce sono state adottate prima che ci fosse il boom di questo tipo di attività, la Commissione Ue ha deciso di procedere a una consultazione tra le imprese al fine di analizzare l’attuale situazione e studiare gli eventuali interventi a carattere normativo.
Il 16 settembre scorso, la Commissione Ue ha avviato questa consultazione via Internet, che si è chiusa il 17 novembre scorso, e che riguardava appunto gli ostacoli giuridici con cui debbono confrontarsi a oggi le imprese quando utilizzano il commercio elettronico e altre applicazioni di eBusiness.
Si tratta di rilevare i problemi derivanti, ad esempio, da disposizioni normative nazionali tra loro differenti, in materia di fatturazione elettronica, o nell’ambito del trattamento giuridico tra le transazioni commerciali online e quelle offline.
l’obiettivo è quello di approfondire le ragioni pratiche che ancora oggi si frappongono allo sviluppo delle transazioni elettroniche.
Nell’occasione il Commissario Ue Erkki Liikanen, responsabile per le imprese, aveva dichiarato: “Il quadro normativo dell’Ue in materia di eBusiness è stato ampiamente e positivamente definito. È giunto il momento di tracciare un consuntivo degli ostacoli che tuttora permangono e di decidere come eliminarli’.
I risultati di questa consultazione saranno analizzati da un Gruppo di lavoro della Commissione Ue e pubblicati a marzo, e faranno anche da base alla conferenza ‘Commercio elettronico senza frontiere: la sfida giuridica‘, che si terrà a Dublino nell’ultima settima del prossimo aprile.
Alla consultazione hanno aderito 651 imprese europee, la maggior parte attive nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni e con meno di 50 dipendenti. l’82% di queste, considerano l’e-commerce come un’attività ‘importante o molto importante’.
Il 30% delle imprese che hanno aderito alla consultazione hanno dichiarato di aver già dovuto fare i conti con problemi di natura giuridica nell’ambito delle loro attività di e-commerce: per il 16% tra queste, si tratta di problemi relativi alla conclusione e alla validità dei contratti. Il 12,7% ha fatto presenti le difficoltà legate all’imposizione fiscale, e il 12% ha avuto problemi riguardanti la regolamentazione per la firma elettronica o anche per la fornitura dei servizi online.
Altri ostacoli richiamati all’attenzione, sono quelli che riguardano il marketing e la pubblicità, i pagamenti, le autorizzazioni o i rapporti di e-commerce con altri Paesi.
Secondo la maggior parte delle imprese, la principale ragione delle difficoltà rilevate dipende dalla mancanza di un chiaro quadro normativo in materia; come anche, dalla molteplicità delle regole esistenti nei differenti Paesi.
Altri hanno ammesso di non essere sufficientemente informati sulle norme giuridiche sull’e-commerce, mentre diversi lamentano ‘la mancanza di regolamentazione per alcune specifiche situazioni’.
Anche se la consultazione è terminata, le associazioni commerciali, le camere di commercio e le organizzazioni professionali avranno tempo fino al 30 gennaio 2004 per inviare le loro opinioni in materia.
Le osservazioni di carattere generale possono inoltre essere inviate al seguente indirizzo: entr-ict-eBusiness-law@cec.eu.int.
Un’iniziativa europea in materia di commercio elettronico: COM(97) 157 def. del 15.4.1997
eEurope 2005 – Piano d’azione: COM(2002) 263 def. del 28.5.2002