Italia
Sì, la banda larga cambia realmente la vita.
La cambia al sistema-Paese, perché conferisce competitività all¿economia nazionale e consente quelle innovazioni di prodotto e di processo capaci di assicurare l¿apertura di nuovi cicli.
La cambia al sistema delle imprese, perché permette loro di ottimizzare i processi, ridurre i costi, valorizzare le risorse umane, aprirsi verso le nuove frontiere dell¿internazionalizzazione.
La cambia al singolo cittadino, perché gli offre la possibilità di dischiudere nuove modalità di eGovernment ed e-commerce, unitamente ad una grande offerta di intrattenimento e di contatto con il mondo.
Sono questi i processi più rilevanti emersi dal workshop La banda larga cambia la vita, organizzato da Puntoit e Key4biz.it a Milano per presentare l¿omonimo Rapporto del Professore Carlo Mario Guerci.
Il dibattito ha voluto essere un momento di riflessione sulle possibili strategie di sviluppo industriale basate su un utilizzo efficace e fattivo della nuova tecnologia, ma anche sull¿individuazione di un piano d¿interventi pubblici atto a favorirne l¿implementazione nel sistema delle imprese. Un momento di incontro per addetti ai lavori che ha visto riuniti più di 200 fra attori e decisori dello sviluppo, nel corso del quale si sono registrate importanti testimonianze e momenti propositivi.
Di forte impatto le parole di Carlo Mario Guerci,professore di Economia politica alla Statale di Milano e presidente di Evidenze, secondo cui ¿dalla diffusione della banda larga ”il sistema delle imprese potrà, a regime, ottenere benefici per 25-30 miliardi di euro all”anno””.
Secondo Guerci, per ottenere un simile risultato l¿Italia dovrà necessariamente adottare una politica pubblica che incrementi l¿indice di penetrazione dei servizi di telecomunicazione su banda larga e che consenta di recuperare il ritardo accumulato nei confronti del resto d¿Europa: rispetto ad una media europea del 4,6%, infatti, a luglio 2003 la penetrazione dei servizi di connessione ad alta velocità in Italia non superava quota 2,8%.
Ciò non toglie che la larga banda stia vivendo un reale momento di boom, non soltanto in Europa ma anche e soprattutto nel nostro Paese. Fino al 2001, il mercato Internet italiano contemplava quasi esclusivamente connessioni a banda stretta facendo registrare, su un traffico complessivo di 56 miliardi diminuti (dial-up), appena 1miliardo in banda larga.
Nel 2003 i dati hanno subito un radicale ribaltamento: su un totale di 82 miliardi diminuti di traffico Internet, di cui soltanto 27miliardi a banda stretta, 55 miliardi sono in banda larga, di cui il 95% su Adsl. Il broadband non è più un beneficio di pochi.
In cosa si traduce tutto questo? In un aumento dei ricavi, prima di tutto. Secondo le stime avanzate, da qui al 2006 il tasso di crescita dovrebbe attestarsi intorno al 70%, con ricavi di almeno 3 mld di euro contro i 300 mln del 2001, prendendo in considerazione soltanto gli accessi. A questo proposito è significativo considerare come lo sviluppo di tale servizio si sia realizzato a un tasso di velocità superiore anche al mercato del mobile (70 mld di minuti nel 2003). Nei primi dieci mesi del 2003 gli accessi a banda larga in Italia sono stati 2 milioni, con una media circa di 100.000 accessi/mese, di cui 5.000 accessi/giorno nei giorni feriali. Non male se ragioniamo in termini di ricavi, perciò.
Le stime avanzate nel corso del workshop non hanno incluso settori pubblici come le scuole e la PA, o grandi corporate come le banche o le aziende sanitarie. In relazione ad essi l¿atteggiamento è stato giustamente più prudente ma non privo d¿attenzione, anzi, proprio in virtù di quel piano di interventi che va a disegnare quella ¿politica industriale per l¿Italia¿ di cui il Rapporto di Guerci è sintesi propositiva. Di fatto, la diffusione di servizi VAS anche in questi settori potrebbe portare, da qui a tre anni, a triplicare i ricavi.
Per sostenere lo sviluppo galoppante dei servizi legati alla banda larga e la crescente domanda da parte di un pubblico privato e aziendale sempre più attento ed esigente, Guerci sostiene, quindi, la necessità di un massiccio intervento statale che si traduca in una serie di iniziative rivolte a quei settori strategici per un progetto sostenibile di diffusione della larga banda in tutti gli strati produttivi della società.
La scuola superiore, innanzitutto, che secondo lo studio di Guerci dovrebbe essere oggetto di un piano decennale di intervento atto a dotare almeno il 40% di studenti e insegnanti, della connessione a banda larga. Un progetto, questo, che dovrebbe coinvolgere circa 1,3 milioni di persone con una spesa complessiva di circa 2 miliardi di euro.
Nel contempo, altri settori di intervento immediato (3 anni) sarebbero, sempre secondo Guerci, l¿impresa pubblica ma anche e soprattutto le Pmi, con un investimento di 450 mln di euro che dovrebbe coinvolgere almeno 1,5 milioni di soggetti incentivati per l¿adozione delle connessioni broadband ma anche per l¿implementazione di servizi rivolti all¿utente al passo coi tempi: telemedicina, telelavoro, teleassistenza e videoconferenza di alta qualità nelle Pmi.
Lo studio, infine, non ha tralasciato di includere, fra i temi caldioggetto didibattito, la questione della regolamentazione del settore, in quanto ancora oggi ¿asimmetrica e inutilmente penalizzante per i maggiori operatori di Telecomunicazioni””
Mentre il Ministro Maurizio Gasparri, intervenuto in videoconferenza, ha sottolineato che la Finanziaria 2004 prevede un investimento di 30 mln di euro per l¿incentivazione della domanda da parte dei privati, il presidente di Telecom Italia Marco Tronchetti Provera, anch¿egli in videoconferenza, ha tracciato un nitido scenario del mercato italiano della banda larga in relazione al contesto europeo. Con 12.000 connessioni al giorno e indici d¿investimento fra i più alti d¿Europa, nella sfida al futuro l¿Italia si collocherebbe in pole position. A questo proposito Tronchetti Provera ha ricordato i brillanti riconoscimenti ottenuti nell¿ambito dell¿VIII e IX Rapporto Ue sulle tlc e sul livello di liberalizzazione, che vedono l¿Italia fra i Paesi più avanzati d¿Europa; se alla fine del primo semestre 2003 il tasso di crescita europeo si attestava sugli 89 punti percentuali, l¿Italia svettava in testa alla classifica dei Paesi con un più elevato indice di penetrazione della banda larga con un +213%.
Tronchetti Provera ha poi delineato la ¿politica estera¿ diTelecom Italia: “Forti della nostra esperienza sul mercato italiano abbiamo deciso di affrontare, come nuovi entranti, il mercato francese e quello tedesco e questo nonostante le condizioni regolatorie siano in questi Paesi meno favorevoli ai nuovi entranti rispetto all”Italia”. Con orgoglio ha poi aggiuntoche “giorni fa il Commissario Ue Mario Monti a chiesto provocatoriamente chi fra gli operatori dominanti avesse il coraggio di portare la concorrenza nei mercati vicini. La risposta e” semplice: Telecom Italia lo sta facendo e lo fa senza chiedere di alterare le regole del gioco”.
Secondo il presidente di Telecom Italia, i quattro punti cardine su cui costruire un piano d¿azione sostenibile per tutto il Paese sono: lo sviluppo di un quadro regolatorio definitivo e chiaro, ulteriori investimenti nel settore Ricerca e Sviluppo, l¿incentivazione della domanda privata e, ultimo ma non meno importante, un maggiore coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni.
Riccardo Ruggiero, a.d. di Telecom Italia, ha infine posto l¿accento sulle prospettive di crescita per l¿intero sistema-Paese in rapporto agli sviluppi della banda larga: negli ultimi dodici mesi nel mercato italiano il traffico voce ha raggiunto i 110 miliardi di minuti e quello dati Internetgli 82 miliardi. Se proiettiamo i volumi di traffico nel tempo è presumibile ipotizzare, per il 2005, un traffico dati a larga banda così solido da raggiungere i 200-250 miliardi di minuti. Non male in termini di profitto,soprattutto se aggiungiamo a queste cifre anche quelle dei servizi VAS (servizi a valore aggiunto) come video streaming, download audio, informazione, giochi e VoD:al 2006, i ricavi potrebbero incrementarsi di altri 2-2,5 mld di euro (Mercato Residenziale e Mercato Business).
Fra i presenti al convegno, ricordiamo Arturo Artom per Netsystem, Silvio Scaglia per e.Biscom, Elserino Piol e Umberto de Julio per Pino Venture Partners, Achille De Tommaso per Colt Italia, Alessandro Pegoraro per Yahoo!, Umberto Paolucci per Microsoft, Paolo Nuti per l”AIIP (Associazione Italiana Internet Provider), Franco Morganti per l”Anfov, Antonio Emmanueli per SMAU, Giuseppe Parrello per La7 eGiuseppe Cerbone per il Sole24Ore.
Ulteriori presenze di rilievo, i Professori Maurizio Decina e Luigi Prosperetti, Giuseppe Sangiorgi, Commissario dell¿Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Francesco Chirichigno, Consigliere del Ministro Maurizio Gasparri ePaolo Vigevano Consigliere del Ministro Lucio Stanca.In videoconferenza, infine,anche Serge Tchuruk per Alcatel.
In conclusione, un confronto aperto e a tutto tondo sul futuro della banda larga, un futuro in cui l¿ampiezza di banda non farà più la differenza. Siamo tutti in attesa di un mondo in cui non avrà più senso parlare di banda ¿larga¿, visto che non ne esisterà di altra. In futuro sarà solo banda larga. La banda.
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