Europa
France Télécom ha confermato il prossimo licenziamento di 14.500 impiegati, pari al 6,6% degli effettivi, dopo averne già licenziati 13.100 nel 2003. Prosegue quindi l¿attuazione del piano TOP che dovrebbe portare l¿ex monopolista francese delle telecomunicazioni fuori dalla più grave crisi della sua storia.
La direzione del gruppo non aveva mai fatto mistero dell¿intenzione di avviare una drastica riduzione del personale e ha ricevuto in questo senso anche il sostegno del principale azionista, lo Stato, che ha messo in atto delle procedure di mobilità che consentiranno ad alcuni ex dipendenti di FT di essere reintegrati nella pubblica amministrazione.
Si tratta infatti di previsioni elaborate in funzione di pensionamenti e di prepensionamenti e dei movimenti di personale all”interno del settore pubblico che, entro la fine di quest¿anno, porteranno gli effettivi del gruppo a quota 202.500 unità.
Un vero e proprio salasso per l¿occupazione transalpina, dal momento che dei 10.200 licenziati in Francia soltanto 2.200 verranno reinseriti in altre amministrazioni.
All¿estero saranno principalmente i dipendenti dell”operatore polacco TPSA, di cui France Telecom controlla il 47,5%, ad essere colpiti dalla nuova ondata di soppressioni di posti di lavoro.
Secondo il piano TOP, avviato nel 2002, entro il prossimo anno l¿operatore dovrebbe procedere a 22.000 licenziamenti: nessuna sorpresa, dunque, ma soltanto mosse necessarie al gruppo per uscire dall¿empasse e avviare un¿ulteriore programma di privatizzazione.
Il piano di risanamento prevede una serie di iniziative volte al miglioramento delle performance operative della società, per generare un flusso di cassa di oltre 15 miliardi di euro al fine di ridurre il debito.
Tra le iniziative, quella denominata “15+15+15”, che rinforzerà la struttura finanziaria del Gruppo, in parte con i 15 miliardi di euro provenienti dal piano “Top”, in parte con una ricapitalizzazione ad opera del Governo francese, in parte infine con il rifinanziamento del debito societario.
Il mese scorso, il governo transalpino ¿ che controlla il 55% dell¿operatore – ha varato una legge per mantenere lo status privilegiato dei dipendenti del gruppo, anche in caso di cambiamenti della struttura azionaria della società, una normativa necessaria per allineare la Francia ai dettami europei.