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Google è sempre più vicina alla quotazione in Borsa. Il numero uno dei motori di ricerca avrebbe infatti ricevuto la certificazione che attesta la sua piena osservanza delle garanzie espresse dalla Sarbanes-Oxley, la legge approvata dal Congresso nel 2002 in risposta all¿ondata di scandali finanziari che hanno travolto la finanza americana.
Lo riferisce in New York Times, secondo cui il rapporto è un passo cruciale verso la tanto attesa IPO che dovrebbe avvenire questa primavera.
La società aspettava l¿esito del report per avviare la richiesta di quotazione formale alla SEC (Securities and Exchange Commission ¿ l¿Autorità di controllo della Borsa).
Sebbene l¿audit non sia espressamente richiesto dalla legge per diventare una compagnia pubblica, Google ha commissionato l¿inchiesta come parte di uno sforzo per assicurare il proprio impegno verso un operazione trasparente agli occhi degli investitori e dei risparmiatori.
Secondo gli analisti, l¿IPO della società potrebbe fissare un valore di mercato di circa 20 miliardi di dollari, trasformando i fondatori Sergey Brin e Larry Page e molti dipendenti in multimilionari.
Google, intanto non commenta le indiscrezioni. Neanche quelle relative alle banche che dovrebbero occuparsi della quotazione. Secondo alcune fonti i candidati più accreditati sarebbero J. P. Morgan e Goldman Sachs.
Tutti, comunque, sperano che l¿IPO di Google non scateni nuovamente entusiasmi insensati verso i titoli hi-tech, così come avvenne negli ultimi anni ¿90 con quella di Netscape, che diede origine alla famigerata bolla speculativa sulle cosiddette dot.com.
Le nuove leggi dovrebbero impedire il ripetersi di speculazioni azzardate e Google farà da battistrada, diventando il modello di riferimento per le quotazioni prossime venture.
La società, intanto, ha riscosso tanto successo da spingere Bill Gates a scendere nell¿arena dei motori di ricerca.
Microsoft ha infatti ufficialmente annunciato la disponibilità sul portale MSN della nuova barra degli strumenti, che permetterà agli utenti di cercare pagine sul web, inserendo frasi e parole in una mascherina proprio come avviene da tempo sui siti della stessa Google e dell”altra rivale, Yahoo!.
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