Crescono gli utenti a banda larga, ma necessari interventi di politica industriale per accelerare il processo ed evitare il gap

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Sarebbero 4 milioni le famiglie italiane che godono di una connessione veloce a Internet. Si tratta di oltre un terzo delle famiglie di fascia socioeconomica medio-alta che navigano a banda larga.

Mentre un altro 30%, secondo le previsioni, passer&#224 molto presto a questa nuova tecnologia.

Le cifre sono quelle di uno studio realizzato dall”Universit&#224 IULM in collaborazione con Digital Magics e la sua collegata Bibop Research tra 200 studenti IULM e 200 famiglia nella fascia economica medio-alta.

Secondo quanto riporta la ricerca, il 35% delle famiglie giudica la banda larga una ¿innovazione rivoluzionaria¿ (pi&#249 del 64% tra gli studenti) mentre il 38% non esprime opinione.

Da quanto viene fuori, la banda larga ha influenzato le abitudini degli utenti di linee telefoniche fisse e mobili, anche se il 60% degli intervistati ritiene che i contenuti offerti non siano ancora adeguati.

Il 35% delle famiglie intervistate pensa che la banda larga sia un” innovazione rivoluzionaria, mentre il 38% non esprime opinioni.

Enrico Gasperini, presidente di Digital Magics, commentando la ricerca ha dichiarato: ¿Ci sono grandi opportunit&#224 per i nuovi operatori attivi nello sviluppo di contenuti digitali specifici per la banda larga¿.

Aggiungendo che questa nuova tecnologia riapre il mercato dei servizi interattivi centrati sui contenuti e pu&#242 rappresentare ¿la nuova spinta alla crescita della comunicazione digitale¿.

La banda larga ha ormai un notevole peso nella vita quotidiana di chi, Internet lo usa per lavoro, ma anche degli utenti appassionati della Rete, consentendo una notevole velocit&#224 della navigazione.

Come sostiene la task force sulla banda larga, del ministero delle Comunicazioni e dell¿Innovazione, il mercato per la banda larga &#232 ancora in una fase iniziale, le tecnologie, i servizi e la domanda sono ancora in uno stato nascente.

I consumatori avranno comunque l”ultima parola nel decidere quali servizi e quale tecnologia o tecnologie avranno successo, ed &#232 verosimile che il mercato, in un arco dovuto di tempo assicuri alla maggior parte della popolazione servizi a banda larga a un prezzo accessibile.

Un impulso forte alla diffusione della banda larga dovr&#224 venire sia dall”industria delle telecomunicazioni, sia dall”industria dei contenuti.

Ovvio che un importante contributo dovr&#224 arrivare anche dalla politica industriale, per aiutare al superamento delle odierne difficolt&#224 di natura sistemica legate al passaggio alla broadband.

Importante anche il ruolo del governo che, come sostiene la stessa task force, eviterebbe il rischio di un gap tecnologico ed economico e la conseguente perdita di competitivit&#224 dell”intero sistema Paese.

Il governo dovr&#224 definire il ruolo delle politiche sulla banda larga nel pi&#249 vasto contesto della definizione di politiche innovative di sistema basate sulla valorizzazione delle ICT e nella definizione di un sistema nazionale di innovazione.

Dalla comunicazione della Commissione europea, presentata a maggio a Bruxelles, emerge che l¿Italia, insieme alla Francia, &#232 il Paese europeo che registra la maggiore crescita delle connessioni a banda larga tipo DSL.

Il documento fa il punto sullo sviluppo della banda larga in Europa e sui piani nazionali presentati dagli Stati membri alla fine del 2003.

Per quanto riguarda i piani nazionali, il documento della Commissione cita come esempio l”iniziativa presa dal governo italiano nel 2003 relativa al contributo di 75 euro per la connessione alla larga banda, che ha riguardato oltre 350.000 utenti per un finanziamento complessivo pari a 27 milioni di euro. La misura &#232 prevista anche nel 2004 per altri 30 milioni di euro.

L¿Italia &#232 impegnata in prima linea per quanto riguardo lo sviluppo dell¿Internet veloce, di una banda larga che riesca a coprire tutto il Paese indistintamente da Nord a Sud.

A riguardo, &#232 da segnalare l¿importante iniziativa avviata per incentivare lo sviluppo della banda larga anche nel Mezzogiorno d¿Italia.

E¿ stato presentato il Programma Banda Larga per il Mezzogiorno, sottoscritto oltre che dal ministero delle Comunicazioni, anche dal ministero per l¿Innovazione e le tecnologie, dal ministero dell¿Economia e delle Finanze e da Sviluppo Italia.

Obiettivo, quello di colmare il divario tecnologico ed il gap infrastrutturale che penalizza le regioni del meridione d”Italia rispetto alle zone pi&#249 avanzate del centro-nord e contemporaneamente accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo, rilanciando il Paese dal punto di vista dell¿innovazione tecnologica.

Per quanto riguarda le risorse finanziarie, il programma, che ha gi&#224 visto l”assegnazione da parte del Cipe di 270 milioni di euro, prevede, una volta a regime, investimenti complessivi pari a 1.930 milioni di euro, di cui 930 per la realizzazione delle infrastrutture e 1.000 per il sostegno alla domanda e i servizi.

Le risorse pubbliche previste sono pari a 1.150 milioni di euro, di cui 650 per le infrastruttre e 500 per i servizi.

Il governo ha affidato a Sviluppo Italia, l”agenzia nazionale per lo sviluppo d”impresa e l”attrazione degli investimenti, l”attuazione del programma tramite due societ&#224 di scopo: Infratel Italia, per la realizzazione delle infrastrutture funzionali allo sviluppo della banda larga, e Innovazione Italia, per lo sviluppo dei programmi e dei servizi a favore dei cittadini, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese da veicolare sulle reti broadband.

Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, in un recente intervento ha dichiarato di sperare in 1 miliardo di euro nell”arco di cinque anni, per realizzare l”ampliamento della rete infrastrutturale a banda larga nel Paese e soprattutto nelle aree depresse.

Nel corso del suo intervento conclusivo al convegno di Assindustria Salerno su Innovazione tecnologica, ricerca applicata, crescita economica, Gasparri ha ribadito la necessit&#224 di sollecitare la Commissione europea a non comprendere le spese per le infrastrutture nel limite del 3% del rapporto deficit-pil.

””E” necessario che si investa un miliardo di euro in cinque anni per l”ampliamento della rete a banda larga – ha detto Gasparri – il ministero ha fatto la sua parte creando due societ&#224 ad hoc in partnership con Sviluppo Italia, Infratel per le infrastrutture, e Innovazione Italia per i servizi. Societ&#224 cui abbiamo destinato rispettivamente 150 e 120 milioni di euro. L”obiettivo e” che ci siano altri fondi, come quelli del Cipe, ed ancor pi&#249 che si crei un sistema di imprese; che si possano mettere insieme fondi dello Stato, europei e regionali¿.

Per Gasparri il nodo &#232 soprattutto quello di ¿utilizzare i fondi strutturali anche per la banda larga¿.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

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