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Per il produttore di software PeopleSoft è ancora troppo poco. Questo uno dei motivi per cui il Consiglio d¿Amministrazione del Gruppo ha respinto all¿unanimità la nuova offerta d¿acquisto da 9,4 miliardi di dollari (7,5 miliardi di euro) interamente cash, lanciata dal suo maggior competitor Oracle.
PeopleSoft ha comunicato che l”offerta ostile a 26 dollari per azione è ancora inadeguata, anche se è il 33% superiore a quella precedente che Oracle aveva lanciato a 19,50 dollari per azione.
A parte le motivazioni strettamente legate al valore di mercato della società di software, che il Cda considera al di sopra dell¿offerta di Oracle, un altro motivo addotto è quello che una simile transazione non passerebbe sicuramente al vaglio delle Autorità antitrust.
Nel comunicato il Cda ricorda che l¿offerta di Oracle è tutt¿oggi al centro delle indagini delle Autorità alla concorrenza della Ue e degli Stati Uniti oltre che, del Dipartimento americano della Giustizia che dovrebbe rendere nelle prossime ore la propria decisione su questa transazione.
Secondo alcune indiscrezioni, il Dipartimento sarebbe seriamente preoccupato dalle conseguenze che una simile operazione potrebbe avere sul grado di concorrenza del settore. Incerta la reazione di Oracle ad un eventuale giudizio negativo: la società non ha infatti ancora annunciato se intende presentare appello contro una simile eventualità, o se intenda non proseguire oltre.
¿L¿offerta di Oracle non riflette il valore reale dell¿azienda, e non tiene conto del valore aggiunto che ha dato al Gruppo l¿alleanza con J.D. Edwards“, ha sottolineato il presidente di PeopleSoft Craig Conway, citato nel comunicato diramato alla stampa.
Secondo lui, Oracle avrebbe messo in atto un tentativo per danneggiarla, in quanto i clienti risentono del clima di preoccupazione e incertezza legato alla vicenda.
Gli amministratori hanno anche fatto presente che PeopleSoft ha chiuso il trimestre andando oltre le previsioni. Nel comunicato si evidenzia anche che la maggioranza degli analisti di Wall Street, che hanno pubblicato delle valutazioni per PeopleSoft, prima che Oracle facesse l¿ultima offerta, avevano stimato un costo al di sopra dei 26 dollari successivamente offerti da Oracle.
A giudizio del Gruppo, quindi, l”offerta del suo concorrente valorizza la società a multipli inferiori rispetto a quelli pagati in altri accordi fra società di software. PeopleSoft ha sentito i pareri di Citigroup e Goldman Sachs, prima di pronunciarsi.
Secondo i termini della nuova offerta, gli azionisti PeopleSoft hanno tempo fino al 12 marzo per cedere a Oracle le proprie quote. Il Gruppo ha anche fatto sapere che si tratta dell¿ultimo prezzo. L¿offerta precedente era stata pari a 19,50 dollari per titolo.
Si tratta del nuovo capitolo di una lunga battaglia aperta dallo colosso del software per impossessarsi della società rivale.
La vicenda aveva preso il via il 6 giugno scorso con la maxiofferta da 5,1 miliardi di dollari lanciata da Oracle per scongiurare il matrimonio tra J.D. Edwards e PeopleSoft. L¿ultima offerta è stata di 7,3 miliardi di dollari con scadenza al 31 dicembre scorso, caduta anche questa nel vuoto.
L¿ex presidente di Oracle, che attualmente ricopre solo il ruolo di CEO (Chief Executive Officer), Larry Ellison, non ha mai nascosto la ferrea volontà dell”azienda di continuare la sua campagna per l”acquisizione della rivale. In particolare Ellison si è sempre detto fiducioso sulla possibilità di acquisire PeopleSoft nonostante la probabile indagine dell”Antitrust e la prospettiva di altre liti giudiziarie, ribadendo tra l¿altro l¿intenzione a non eliminare i prodotti PeopleSoft se l”operazione dovesse andare in porto.
Molti analisti hanno visto nell¿Opa ostile di Oracle, il timore del Gruppo di perdere mercato nell¿eventualità, ora verificatasi, della fusione PeopleSoft-J.D. Edwards.
Sicuramente dopo la fusione PeopleSoft-J.D. Edwards, l”offerta di Oracle sulla stessa PeopleSoft era arrivata a un punto cruciale: o Larry Ellison incrementava ulteriormente la propria proposta, eventualmente includendo in essa la stessa J.D. Edwards, o riusciva a convincere gli azionisti di PeopleSoft a ¿scaricare¿ gli attuali vertici e la loro strategia facendo leva sul fatto che dopo la diluizione conseguente l”incorporazione di J.D. Edwards, i titoli PeopleSoft avrebbero potuto perdere valore.
Ora l”attenzione degli operatori si sposta alla decisiva assemblea del prossimo 25 marzo in cui entrambi i contendenti (Oracle e l”attuale management di PeopleSoft) hanno intenzione di proporre al voto dei soci di PeopleSoft due distinte liste di consiglieri. Rimangono quindi tutti in attesa di conoscere l¿epilogo di quella che ormai è considerata gli investitori la più grande battaglia per un takeover mai realizzata nel settore della tecnologia.
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