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Sta incominciando a prendere piede anche in Asia l¿idea del downloading legale di musica. Come negli Stati Uniti, l¿idea è quella di combattere più efficacemente la crisi della vendita dei dischi determinate dal dilagare della pirateria sul Web.
L¿industria discografica asiatica ha subito una riduzione del 5% delle sue vendite per il primo semestre 2003, a 2,74 miliardi di dollari, secondo l”International Federation of the Phonographic Industry (IFPI).
¿Questi risultati riflettono ancora una volta il significativo impatto della pirateria¿, scrive l¿IFPI nel proprio rapporto.
Secondo la società americana di ricerca Forrester Research, le vendite di Cd negli Stati Uniti sono diminuite del 15% dall¿inizio del 2003. Il calo dovrebbe arrivare a registrare una perdita del 30% entro il 2008.
Ma la crisi americana è stata in parte compensata dalla forte crescita della vendita di musica online.
Uno dei più popolari siti di downloading legale negli Usa, iTunes, di proprietà del gigante Apple, ha venduto più di 30 milioni di brani musicali dal suo lancio, avvenuto lo scorso aprile.
Il nuovo Napster, adesso legale, come tanti altri siti, sta finalmente diventando tra i più usati dagli utenti del Web.
In Asia, secondo Soundbuzz, società di servizi specializzata nella musica digitale con sede a Singapore, i siti di questo genere non sono ancora all¿avanguardia nel soddisfare le richieste della comunità musicale.
Shabnam Melwani-Reis, direttore e cofondatore di Soundbuzz, ha spiegato che fino a poco tempo fa, le società Internet non erano ancora in grado di offrire musica online, nello stesso momento in cui questa usciva sul mercato, poiché non si riusciva ad avere per tempo l¿autorizzazione.
Ma tutto ciò sembra finalmente fattibile. Tra poche settimane, a Singapore verrà lanciato di un nuovo portale di musica, molto simile all¿australiano BigPond Music, anticipa Melwani-Reis.
Il gigante informatico americano Apple e l¿americano Roxio Inc., che controlla il sito Napster, hanno annunciato la loro intenzione di penetrare il mercato asiatico della musica online con il lancio, previsto per quest¿anno, di alcuni siti in Giappone.
Sudhanshu Sarronwala, presidente di Soundbuzz, è del parere che la musica digitale in Asia raggiungerà presto lo stesso livello che quello conosciuto negli Stati Uniti.
“Siti”, che è il sopranome di un hacker di 19 anni di Singapore, che scarica musica illegale dai siti KaZaA e Morpheus, non risparmia complimenti per il sito legale iTunes: “E¿ il più in. Non me lo perderei per niente la mondo¿.
Ma purtroppo una buona parte della cyber-community continuerà a usare i siti di downloading illegale.
Intanto procede la battaglia dei discografici statunitensi contro la pirateria di musica.
Sono state citate in giudizio altre 531 persone, dopo le 532 già denunciate in gennaio, accusate di aver infranto la legge sui diritti d”autore per aver scaricato illegalmente file musicali via Internet.
La Recording Industry Association on America (RIAA), secondo cui la pirateria è una delle principali cause della riduzione delle vendite di dischi da tre anni, ha annunciato questo fine settimana di aver intentato cinque diverse procedure contro 531 utenti di servizi peer-to-peer, ma non ha rivelato i nomi dei loro fornitori di servizi Internet.
La RIAA procede contro gli utenti identificandoli attraverso il loro indirizzo Internet perché, dopo una decisione di una corte federale del dicembre scorso, non può esigere che siano gli Isp a fornire le loro generalità.
La RIAA, che rappresenta le più importanti case discografiche mondiali, ha annunciato anche di aver deposto gli atti che gli consentiranno di conoscere i nomi di 333 persone denunciate a gennaio.
L”associazione è del parere che le sue azioni legali devono per forza continuare per proteggere la crescita di servizi quali iTunes e altri negozi di musica online autorizzati.
“I servizi di musica online legali… non devono avere come concorrenti altri servizi basati sul download illegale“, ha affermato Cary Sherman, presidente della RIAA.
“Ecco perché vogliamo inviare un chiaro messaggio: scaricare e condividere musica in una rete peer-to-peer senza autorizzazione è illegale, può comportare conseguenze e minaccia la futura creatività della musica”.
Il modello RIAA si sta diffondendo anche oltre confine. La Canadian Recording Industry Association la scorsa settimana ha dichiarato di aver iniziato le procedure per identificare 29 utenti dediti al file-sharing e ora è in attesa dei giudizi del tribunale.
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